Giuseppe Sergi, coordinatore MPS
Mentre ormai tutta l’Europa chiede e applica misure di confinamento, la maggioranza dei partiti politici ticinesi continua a distinguersi per la propria intempestività.
La concomitanza tra la fase di consultazione indetta dal Consiglio Federale e la riunione del Parlamento cantonale offriva un’eccellente occasione per tematizzare la questione, prendere posizione, dare indicazioni chiare al governo su come si intende affrontare l’emergenza sanitaria e sociale nelle prossime settimane. Invece, nulla. Le ulteriori proposte di discussione generale sulla questione (come quelle che, inutilmente, abbiamo avanzato in passato) sono rimaste lettera morta, osteggiate dai partiti di governo.
I cui rappresentanti, nel peggiore stile delle peggiori caste politiche, si ritrovano poi in serata (ospitati da compiacenti giornalisti) a commentare l’esigenza d'interventi decisi che emerge dal paese e affermare che sì, sono d’accordo: l’esatto contrario di quanto hanno fatto e detto poche ore prima (e, a più riprese, per diverse settimane) nei consessi nei quali siedono.
Adesso, arrivano anche con il classico “tren dal lacc” anche le autorità (si fa per dire) sanitarie): scoprono (e hanno ragione, sia ben chiaro) che nel contesto attuale è un’assurdità aprire gli impianti sciistici. Immaginiamo che, anche su questo, i partiti maggiori e di governo non abbiano nulla da dire.
Una brutta situazione nella quale autorità politiche, partiti maggiori e di governo, autorità sanitarie (pubbliche e private) si sono contraddistinte per la loro intempestività (che spesso sfocia nell’incompetenza), adottando misure, suggerimenti, prese di posizione regolarmente in ritardo rispetto all’evoluzione della situazione.
Erano venuti a dirci, proprio nei primi giorni di ottobre quando cominciava a svilupparsi la seconda ondata, che “avevano imparato molto” dalla prima ondata e che erano pronti a prendere i provvedimenti necessari per impedire quello che invece è successo.
Quanto è successo è sta succedendo nelle ultime settimane nelle case per anziani (che vivono una situazione ancora peggiore di quella della prima ondata) è, forse, l’esempio più significativo.
Incredibili, insostenibili, colpevoli e responsabili di tanto dolore e morte che si è sviluppata, si sta sviluppando (e, ahinoi, si svilupperà) attorno a noi anche nelle prossime settimane.