di Morena Ferrari Gamba, Candidata uscente PLR Consiglio Comunale Lugano, Vicepresidente PLR Lugano
La pandemia obbliga tutti a pensare al futuro: diversamente. Berna, in cordata anche con le banche, ha lanciato subito piani di sostegno miliardari. Cantone e comuni stanno facendo il possibile per sostenere attività economiche e anche tante famiglie alle prese con l’incertezza. Famiglie che, a differenza delle imprese, bussano spesso alla porta più vicina: la porta del Comune.
L’economia è stata fin qui abituata a gestirsi autonomamente, tanto che spesso alla politica non è rimasto altro da fare che rincorrerla ponendo qualche (non sempre necessario) paletto. Ora però ha bruscamente frenato e si è dovuto - e potuto grazie a finanze sane! - ricorrere a massicci interventi statali. Ma lo Stato non deve e non può alla lunga accollarsi tutto.
Salvaguardata sopra ogni cosa la salute dei cittadini, ritengo che alcune attività di artigianato, servizi, commercio, formazione e cultura – ovvio con le note modalità di distanziamento sociale – debbano pian piano riaprire. La macchina va rimessa in moto! Anche perché, più il tempo passa, più difficile sarà farlo. Si tratta quindi di un’esigenza primaria.
Nuove priorità, ma quali?
Guardando in casa nostra, la Città di Lugano ha in portafoglio quasi un miliardo di investimenti programmati per i prossimi decenni. È senza dubbio un bene che l’ente pubblico investa, ma in che condizioni si troverà la Città dopo la pandemia? La domanda è centrale. È dunque necessario riflettere bene sulle nuove priorità: quali investimenti favoriscono di più la ripresa e la crescita economica nell’interesse di tutta la cittadinanza?
La pandemia ha però anche cambiato radicalmente le carte in tavola. Ci obbliga tutti (sistema economico e popolazione) a rivedere l’approccio. Come politici dobbiamo essere coscienti della pressante necessità di promuovere misure strutturali. Penso a investimenti nella digitalizzazione, la tecnologia, la formazione delle risorse umane, l’alleggerimento della burocrazia, gli incentivi fiscali, la messa a disposizione di spazi pubblici.
Sono convinta che non si debba avere paura del debito pubblico quando si tratta di investimenti, ovviamente tenendolo sott’occhio per evitare la soppressione di quelle spese pubbliche che pure saranno importanti in questo difficile momento (sussidi, assistenza e altri servizi ai cittadini ed imprese in difficoltà), oppure il rischio di aumento delle imposte (moltiplicatore).
Nello specifico, per la nostra Lugano, occorre pensare a processi che promuovano la cultura di impresa puntando sull’utilizzo delle nuove tecnologie (l’e-commerce o altro), introducendo meccanismi di promozione, messa in rete e marketing territoriale e, guardando all’internazionalizzazione delle nostre eccellenze, in particolare nel campo della formazione, ricerca, cultura e del turismo.
Vanno, insomma, create condizioni quadro perché Lugano possa diventare sede di centri di ricerca, di Head Quarters internazionali generatori di indotto fiscale, di posti di lavoro e di richiamo per nuovi cittadini, titolari d’azienda seri e collaboratori di alto profilo. Forza, aiutiamoli nei processi di trasferimento. Il lavoro da fare è molto! Non è tempo di deprimersi. Non è tempo di mollare, perché Lugano lo può fare, perché Lugano merita di più!