Per il PLR Gordola, il capogruppo in CC Gabriele Balestra
No, non avete letto male. Il progetto approvato dal Consiglio Comunale non è un semplice risanamento, ma un vero e proprio rinnovamento, un’autentica messa a nuovo di un pregiato edificio architettonico, che caratterizza indubbiamente il paesaggio gordolese (basta ammirarlo passeggiando sul piano per rendersene conto).
Certo, forse il Nuovo Burio non sarà perfettamente “ermetico” ed “ovattato”, tanto da impedire l’apertura delle finestre e non lasciar entrare i suoni, l’aria e i profumi della natura che l’attornia, e magari qualche scolaro continuerà a distrarsi rimirando il magnifico e soleggiato paesaggio. Ma perlomeno non ci ritroveremo un ingombrante e fatiscente mostro edilizio da smantellare, e non dovremo sacrificare altri spazi verdi, alla faccia di chi predica la sostenibilità ambientale.
Quanto al cantiere, sono problemi che ci facciamo noi adulti; siamo stati tutti ragazzi e certamente ricordiamo quanto gru, macchine edili, operai, camion, non solo non ci davano particolare fastidio, ma addirittura attiravano la nostra attenzione.
I referendisti giocano ad arte sulle paure emozionali del cittadino, e questo non è mai un bene per la democrazia. Il 7 marzo, occorre sottolinearlo, non votiamo tra due alternative, ma tra una soluzione pragmatica, approfondita e ben ponderata e… il nulla, nel senso di pure e semplici ipotesi, non fondate su qualcosa di concreto, e soprattutto ben lungi dal poter concretizzarsi.
Quando depositeremo la nostra scheda di voto pensiamo infine anche all’incidenza finanziaria: in ogni caso nei prossimi anni investiremo parecchi soldi al Burio, già solo per motivi di sicurezza, e se alla fine dovremo pure assorbire l’enorme costo di una nuova realizzazione e lo smantellamento di quella vecchia, beh ci troveremmo veramente sovraindebitati, lasciando un pesante aggravio alle generazioni future; anche qui per buona pace delle forze politiche che sbandierano tanta preoccupazione per le finanze comunali.