Ornella Buletti, assistente di studio medico
È tutto vero: la pandemia ha messo sotto pressione il personale sociosanitario, che non è stato protetto a sufficienza. Nella stampa questa problematica è stata sollevata più volte. Ma siamo sicure che, parlando di questo settore, siano state incluse tutte le professioni sanitarie?
Non ho mai sentito parlare delle assistenti di studio medico, delle quali faccio parte, e che lavorano negli studi all’infuori delle strutture ospedaliere! Anche noi siamo state in prima linea dal primo giorno e ci siamo anche ammalate come è successo anche alla sottoscritta.
Da noi infatti si recano non solo gli anziani, che sono stati giustamente protetti e vaccinati, specialmente quelli residenti nelle case anziani, ma anche persone vulnerabili, giovani con malattie gravi e/o degenerative.
Da un anno a questa parte dobbiamo eseguire i tamponi Covid. Certamente ci proteggiamo secondo le norme indicate dalla Confederazione, ma siamo esposte al virus tutti i giorni e questo comporta comunque molti rischi!
Chi lavora presso una struttura ospedaliera ha un contratto collettivo di lavoro, ma noi no. Questo non è giusto, in quanto svolgiamo perlopiù gli stessi compiti! Ricordo che parecchi anni fa, con la rimpianta sindacalista VPOD Ticino Rezia Boggia, abbiamo cercato di convincere le colleghe e i medici a sottoscriverne uno, con risultati a dir poco scandalosi!
Vogliamo che i contratti collettivi di lavoro siano estesi a tutte le professioni sociosanitarie e questo per poter garantire un trattamento equo e per tutelarci tutte/i! Mobilitiamoci anche per questo il prossimo 29 maggio: proteggiamoci, difendiamoci e lottiamo tutte/i assieme!