Un momento storico per la professione infermieristica in Svizzera

Roberto Guggiari, infermiere, docente e membro di comitato dell'Associazione svizzera infermieri (Sezione Ticino)
Il popolo Svizzero, avrà l’ultima parola sull’iniziativa popolare “Per cure infermieristiche forti”, lanciata dall’associazione Svizzera infermieri (ASI) quattro anni or sono. Il comitato promotore dell’iniziativa ha deciso di non accettare il contro progetto indiretto elaborato dal Parlamento e pertanto il Consiglio Federale ha fissato la votazione popolare per il 28 novembre 2021. Un momento storico a livello nazionale perché è la prima volta che l’ASI lancia un’iniziativa popolare.
L’iniziativa chiede l’adozione di misure concrete a supporto del potenziamento della formazione, un accesso più ampio e senza limitazioni alle formazioni sanitarie, delle condizioni quadro che permettano di conciliare meglio il lavoro e la famiglia, e una politica che scoraggi la strisciante, ma costante, sostituzione del personale con ausiliari o altre figure non qualificate. Solo con un numero adeguato di professionisti formati potremo far fronte alle sfide sanitarie che ci attendono nei prossimi anni.
Negli ultimi 18 mesi, quelli relativi alla ben nota crisi pandemica, la professione infermieristica a livello mondiale (e la Svizzera non fa eccezione), ha vissuto due fasi polarizzanti piuttosto significative: in un primo momento gli infermieri sono stati apprezzati come eroi indispensabili al sistema sanitario e in seguito sono tornati ad essere considerati professionisti remunerati per il servizio svolto e quindi riposizionati ad una sorta di “normalità” nell’esercizio della professione. Ed è proprio questa ritrovata nuova normalità, quasi scontata, che deve farci comprendere l’importanza di ciò che l’iniziativa in votazione rappresenta in primis per la categoria professionale e non da ultimo per la collettività intera.
L’Osservatorio della salute, in un rapporto pubblicato la scorsa primavera, tra le altre cose mette in evidenza un tasso di abbandono della professione che supera il 14% e, dato preoccupante, sovente questo avviene prima dei 35 anni.
Mai come ora, la votazione popolare dell’iniziativa rappresenta per la categoria e per la società intera, la possibilità di arginare gli abbandoni della professione, migliorare le condizioni quadro ed essere riconosciuti all’interno del sistema sanitario come dei professionisti dotati di grande senso di responsabilità, con l’obiettivo di accrescere costantemente le competenze e di riflesso l’autonomia professionale.
Presto o tardi tutti avremo bisogno di cure e allora cogliamo questa opportunità per dare una svolta concreta alle professioni sanitarie, sostenendo con un convinto sì l’iniziativa in votazione.




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