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L'OSPITEPrendere il toro per le corna con la Pianificazione ospedaliera

26.04.22 - 11:30
Un contributo di Maristella Polli, granconsigliera PLR
Archivio Tipress
Prendere il toro per le corna con la Pianificazione ospedaliera
Un contributo di Maristella Polli, granconsigliera PLR

Si dice che di sicuro ci sia solo la morte, ma non sono da meno i premi di cassa malati che oltre a spaventare in vista di quest’autunno, negli ultimi due decenni sono stati rivisti quasi sistematicamente al rialzo. Questi aumenti, suddivisi per cantoni, lasciano spesso l’amaro in bocca ai direttori della sanità locali che, un po’ impotenti un po’ delusi, di regola prendono atto e deplorano con tono rustico le cifre presentate dall’UFSP. Il loro ruolo non è da invidiare: le leve per intervenire sui costi crescenti – e di riflesso sui premi malattia – sono diverse, ma la gran parte rientra nell’ambito di competenza della politica sanitaria federale. La gran parte ma non tutte. E il Canton Ticino – che registra costi pro capite tra i più alti in Svizzera – farebbe bene a chinarsi su quali siano i suoi mezzi per intervenire su questa dinamica sempre meno sostenibile.

Tra gli strumenti in mano alla politica di casa nostra ve ne è uno efficace quanto spinoso: la pianificazione ospedaliera (PO). A onor del vero anche questa è pilotata e limitata da leggi federali, ma lascia ai cantoni margini di apprezzamento capaci di riflettersi sensibilmente sui costi nel cantone. Discutere di pianificazione ospedaliera significa parlare dell’offerta di posti letto e delle prestazioni offerte nelle strutture sanitarie del cantone. Le premesse per discussioni accese e animate sono date, poiché nessun rappresentante delle regioni e dei distretti ama uscirne perdente; e così i tentativi di concentrare e ottimizzare determinate offerte hanno spesso vita dura. Ma per aumentare la qualità e ridurre i costi non possiamo permetterci il “lusso” (sempre che di lusso si tratti) di assecondare le pressioni delle zone di tutto cantone, che spesso chiedono di mantenere numeri di posti-letto superiori al fabbisogno e competenze specialistiche di fronte a numeri che non lo giustificano. È davvero nell’intesse dei cittadini disporre di reparti specializzati su tutto il territorio? O sarebbe più interessante per pazienti e assicurati ispirarsi alla PO proposta recentemente nel Canton Zurigo che, per quanto riguarda la medicina acuta, promuove i centri di competenze grazie a una separazione più marcata tra la medicina “di tutti i giorni” e le aree specializzate?

La più recente delle PO è purtroppo naufragata e la necessità di riaffrontare il tema concede belle opportunità per soppesare rivendicazioni geografiche con i vantaggi di una medicina più specializzata. Su spinta del Gruppo PLR, il Gran Consiglio ha approvato lo scorso autunno una revisione parziale della competenza strategica per l’impostazione della PO. L’obiettivo è migliorare la qualità della sanità ticinese senza cedere a rivendicazioni che non fanno altro che aumentare i costi, che alla fine paghiamo con i nostri premi. Ora è tempo che agli auspici e alle belle teorie seguano i fatti: i tempi stringono.

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