Per la Commissione del Personale OSC, Il Presidente, Valentino Garrafa
La Commissione del personale dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (Osc) si unisce alle prese di posizione di vari istituti scolastici del Cantone contro il taglio del 20% alle pensioni per le affiliate e gli affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino, che sono in regime di primato di contributi. Questo taglio delle pensioni – previsto progressivamente dal 1.1.2024- si aggiungerà a quello di pari importo già effettuato nel 2013 ed è inaccettabile da tutti i punti di vista.
La Commissione saluta inoltre con favore e sostiene la neonata “Rete per la difesa delle pensioni” (ErreDiPi, informazioni utili su www.erredipi.ch), una rete democratica di affiliati alla cassa pensioni cantonale, la cui assemblea ha votato a favore della decisione di mobilitarsi il mercoledì 28.9 con azioni simboliche durante la giornata e con una manifestazione alle 17.30 in piazza Stazione FFS a Bellinzona.
La Commissione invita tutte le colleghe e i colleghi a voler partecipare a questo primo momento di protesta e di mobilitazione, come pure la direzione Osc a voler sostenere le iniziative del proprio personale a tutela delle proprie pensioni, che sono a forte rischio di massacro.
La Commissione chiede di superare gli stereotipi messi ad arte in circolazione, che millantano ormai inesistenti pensioni dorate per il personale dello Stato e degli enti affiliati all’IPCT. Questo personale, che opera con impegno nell’ambito di servizi fondamentali e irrinunciabili per l’intera popolazione, soprattutto della fascia medio-bassa, non deve subire una riduzione del 40% delle pensioni sull’arco di 15 anni, riduzione che lo porrebbe in una situazione economica indegna nell’età di pensionamento!
Pertanto la Commissione indirizza al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio la richiesta di trovare al più presto soluzioni di risanamento dell’ICPT senza alcuna diminuzione delle rendite.
La Commissione del personale infine chiede al Consiglio di Stato di procedere alla piena compensazione del forte carovita in atto, sottolineando che i salari -già di molto inferiori rispetto al resto della Svizzera- non devono ulteriormente arretrare in valore.