Raoul Ghisletta, granconsigliere e segretario VPOD Ticino
Lo scorso 17 novembre 2022 il Parlamento ticinese a maggioranza ha votato un rapporto della Commissione formazione e cultura, redatto da Michele Guerra (Lega), che sdogana a livello politico la scuola UDC in Ticino. Una decisione culturalmente molto preoccupante, anche se non ha alcuna concretezza, almeno per ora.
Il rapporto concerne l’iniziativa parlamentare “Rinnoviamo la scuola dell’obbligo ticinese” del 15 ottobre 2018, presentata nella forma generica da Sergio Morisoli (UDC). L’iniziativa vuole imporre la visione della scuola dell’obbligo sostenuta dai referendisti UDC, che nell’autunno 2018 hanno affossato con il loro referendum la sperimentazione della “Scuola che verrà” (SCV). L’iniziativa UDC propone “61 indicazioni di lavoro per modificare le leggi, i regolamenti e le direttive che reggono la scuola dell'obbligo ticinese”. 61 punti che sono raggruppati in cinque grandi macrotemi: Docenti, Organizzazione, Livelli, Contenuti, Genitori.
Il rapporto approvato dal Parlamento impone al Governo di aprire un cantiere di riforma della scuola dell’obbligo ticinese, parallelamente ai diversi e puntuali cantieri già aperti ed in via di definizione (es. livelli nella scuola media). Si tratterebbe pertanto di avviare un «nuovo processo di riforma generale, che prenda anche spunto e sia in grado di confrontarsi costruttivamente con i temi proposti e contenuti nell’atto UDC».
Il rapporto di Michele Guerra (Lega) è stato firmato dai deputati Franscella (con riserva, PPD/Centro) - Ghisla (PPD/Centro) - Guscio (Lega) - Ortelli Paolo (PLR) - Pellegrini (UDC) - Piezzi (PLR) - Polli (PLR) - Robbiani (Lega) - Seitz (con riserva, Lega) - Speziali (PLR) - Tenconi (PLR).
Il rapporto ed il voto parlamentare mostrano come intellettualmente e politicamente le forze del centro politico ticinese (PLR, PPD/Centro) siano sempre più succubi delle visioni ideologiche UDC/Lega.