Lelia Guscio, Deputata in Gran Consiglio, Lega dei Ticinesi
Il verbo inglese to rave significa “parlare con entusiasmo, liberamente, in modo concitato, incontrollato”, proprio come i versi dei corvi, che in inglese si chiamano proprio “the raven”. Dalla metà degli anni ’80 in Usa e in occidente si assiste al proliferare di rave parties, ossia di manifestazioni musicali e ricreative con libero accesso, senza regolari controlli di identità. Possono durare da una notte ad una settimana intera (!) e si svolgono generalmente in luoghi isolati: aree industriali abbandonate, campi, boschi, cave, capannoni o altro. Spesso occupati abusivamente. Generalmente, oggi i partecipanti si organizzano tramite chat, e giungono anche da tutta Europa nel punto prescelto. Anche migliaia di persone. La festività di Halloween è un momento clou, ma ormai tutto l’anno si presta per trovare pretesti per organizzare rave parties. Molto gettonata è la radice culturale celtica-pagana, che si vuole rievocare organizzandoli. Ai più vecchi ricordano il celebre festival pacifista e contestatario di Woodstock. Purtroppo, a causa del mix di sostanze (anche illegali) che assumono i partecipanti di queste autentiche maratone musicali, esse da feste degenerano spesso in vere e proprie devastazioni dei luoghi e della salute dei partecipanti. Vi sono già stati parecchi morti, anche giovanissimi. Il nuovo governo italiano ha deciso di arginare questa preoccupante deriva sociale giovanile introducendo un nuovo articolo del codice penale (art. 434 bis). Esso prevede carcere anche fino a 6 anni e multe fino a 10'000 € per gli organizzatori e pene minori per i partecipanti ai rave parties (vi partecipano anche dal Canton Ticino). Gli avversari politici del neo governo italiano considerano questa norma liberticida e a rischio di essere usata impropriamente per proibire anche altre riunioni di cittadini sul suolo pubblico. Si pensi alle numerose manifestazioni di dissenso sociale legate a pandemia, clima, guerra e inflazione. Dalla Svizzera guardiamo con curiosità all’applicazione di questa nuova norma su suolo italiano e di riflesso le conseguenze su suolo ticinese. Miglioreranno ordine e salute pubblica in Italia o la legge verrà osteggiata perché considerata eccessivamente repressiva? E per i ticinesi: a causa della severa norma italiana, alcuni organizzatori penseranno di organizzare questi eventi semiclandestini maggiormente in Ticino? Come reagiranno le nostre Autorità?