di Stefano Tonini
Se ne sta parlando sempre di meno, ma non si può non continuare a parlare dei prezzi della benzina in Ticino e dell’impatto che il mancato intervento del Governo ha avuto sui cittadini. Quanto vissuto sulla nostra pelle durante le prime fasi dell’inverno con i prezzi della benzina alle stelle non può e non deve essere accettabile. Se è vero che fare il pieno è tornato a essere più conveniente in Ticino piuttosto che oltre confine, non certo per meriti di uno scandalosamente ignavo Consiglio Federale, è altrettanto vero che non vogliamo lasciare cadere nel vuoto gli sforzi fin qui compiuti per ribaltare una situazione che potrebbe sempre ripresentarsi.
Nei mesi scorsi, infatti, più di una stazione di servizio ticinese è stata costretta ad abbassare la saracinesca e lasciare a casa decine di impiegati. Il tutto grazie - si fa per dire - alla partitocrazia che ha strizzato l’occhio all’area rosso-verde, colpevole di aver appoggiato un Governo sempre più distante dai cittadini. Se i partitoni ritengono davvero che il ceto medio abbia le disponibilità economiche di sostenere i massicci rincari dei prezzi della benzina, sono cordialmente invitati a farsi un giro nel Mendrisiotto per potersi effettivamente calare nella nostra realtà di tutti i giorni.
Una scelta, quella di non rinunciare a parte delle entrate fiscali per favorire aziende ed economie domestiche locali, che ha sicuramente favorito il commercio della vicina Italia, intervenuta “in tempo zero” con il taglio delle accise accaparrandosi numerosi clienti ticinesi, ingolositi dai prezzi decisamente più vantaggiosi.
La forte difficoltà riscontrata da migliaia di ticinesi non è passata inosservata. Insieme ai Giovani Leghisti ho lanciato lo scorso giugno una petizione da sottoporre a Berna e capace di raccogliere adesioni massicce in poco tempo.
Persone con il reddito modesto si sono quindi trovate involontariamente a sostenere spese maggiorate, e senza il sostegno della classe politica incaricata di favorire il benessere economico del Paese. Una problematica che ho illustrato personalmente al presidente della Confederazione Ignazio Cassis, che da ticinese mi auguro possa comprendere i problemi effettivi del nostro Cantone e agire di conseguenza.
Ora che il prezzo della benzina è tornato ‘favorevole’ al Ticino, mi auguro che il Consiglio Federale abbia fatto tesoro della lezione appresa a discapito dei ticinesi nei mesi precedenti. Ma soprattutto che sappia divincolarsi e non essere ostaggio di una politica sorda e immobile pensando alle vere priorità del territorio, contribuendo così alla salvaguardia di preziosi posti di lavoro.