Giorgio Chiappini - Candidato 30 al Gran Consiglio per il PLR
Almeno una volta, a tutti noi è capitato di passeggiare la domenica in uno dei centri cittadini del nostro Cantone. Come purtroppo sappiamo, presentano tutti un tratto in comune: serrande abbassate e negozi chiusi.
Ci ritroviamo, a mio avviso, in una situazione difficile e contraddittoria: da un lato le Istituzioni si impegnano per promuovere il turismo in Ticino, mentre dall’altro non permettono alle attività economiche di potere lavorare durante tutto il fine settimana.
Sono convinto che l’obiettivo di promozione del territorio sia in contrasto con il divieto di apertura domenicale delle attività commerciali. Pensiamo ad esempio a una famiglia svizzero-tedesca che, in una bella domenica soleggiata, decide di andare a Lugano.
Si ritroverà in un centro deserto, senza la possibilità di fare acquisti o entrare in alcun genere di negozio (come invece è possibile fare a pochi chilometri di distanza). È facile pensare che la domenica di sole seguente difficilmente tornerà in Ticino.
Ci troviamo quindi confrontati con inutili divieti che limitano le libertà di consumo del cittadino e del visitatore, che oltre a impedire ai nostri centri di sfruttare pienamente il loro potenziale turistico, non permettono la creazione di nuovi posti di lavoro.
Naturalmente, sarà necessario regolamentare in maniera accurata le condizioni di lavoro domenicale, al fine di evitare abusi e tutelare adeguatamente i lavoratori, salvaguardandoli da eventuali conseguenze negative a livello familiare e sociale.
Sono dell’avviso che sia necessario intavolare un discorso con i sindacati e con le varie associazioni di categoria in quanto, se vogliamo continuare a essere un cantone a vocazione turistica, dobbiamo giungere a capo di questa annosa questione e trovare una soluzione valida che metta tutti d’accordo.
Abbiamo un territorio ricco e capace di offrire molto: lavoriamo per permettere un pieno sviluppo del nostro potenziale turistico. Un Ticino che lavora è un Ticino che sta bene e in cui i ticinesi lavorano.
Giorgio Chiappini - Candidato 30 al Gran Consiglio per il PLR