Raoul Ghisletta, granconsigliere e segretario Sindacato VPOD Ticino
Da trent’anni il centrodestra si accanisce contro le condizioni del personale cantonale. In altri Cantoni come Basilea ci si preoccupa peraltro molto dell’attrattiva dell’impiego cantonale rispetto all’economia privata, ma in Ticino la classe politica in gran parte non fa che tartassare il dipendente.
Perché peggiorare le condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici e parapubblici? Per demolire la qualità delle persone assunte? Per scoraggiare i residenti qualificati a concorrere per posti pubblici? Per favorire la fuga dei nostri figli laureati oltr’Alpe?
Le condizioni salariali mediocri e le condizioni pensionistiche sempre più miserabili renderanno difficile per l’Amministrazione, per la scuola, per il settore sociosanitario e socioeducativo reclutare personale residente qualificato.
Le cifre e i fatti sui continui tagli degli ultimi 30 anni sono chiari. Vi sono stati tagli con effetti definitivi (ne cito solo uno: 5,3% di carovita non compensato nel periodo 1993-2023 per un salario di 85'000 fr), peggioramenti continui della cassa pensioni cantonale dal 1995 in poi (e non è finita visto che si prospetta di ridurre le rendite ai minimi legali nei prossimi anni), tagli con effetti pluriennali (come la riduzione di 2 classi di stipendio per i neoassunti (1997-2014 e blocchi generali dell’aumento annuo nel 1997, 1999, 2005 e 2016) e tagli con effetto annuale, come i sei contributi di solidarietà tra il 1998 e il 2016.
L’unica risposta possibile sono azioni sindacali estremamente forti, ma ovviamente anche evitare di eleggere una maggioranza parlamentare che fa del tiro al dipendente pubblico il suo sport prediletto.
Le nubi all’orizzonte 2024 e 2025 sono parecchie. Ricordo che il Sindacato VPOD Ticino con altre 21 associazioni, sindacati e partiti aveva lanciato il referendum contro il Decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa e senza riversamento di oneri sui Comuni (“decreto Morisoli”), che impone un risanamento in stile neoliberista delle finanze cantonali nel preventivo 2024 e 2025 del Canton Ticino: purtroppo lo sciagurato “decreto Morisoli” è stato approvato dal popolo ticinese il 15 maggio 2022 e ora dopo le elezioni cantonali (ma guarda un po che caso!) arriveranno i tagli più dolorosi.