Svetlana Rossi, membro Commissione di Quartiere Molino Nuovo
Di cosa parliamo? Ma del quartiere luganese di Molino Nuovo e della sua fontana, amorevolmente chiamata Sombrero, che sembra essere diventata la priorità di politici di ogni colore, soprattutto adesso che all'orizzonte iniziano a profilarsi degli appuntamenti elettorali, in questo caso le comunali alle quali manca ormai meno di un anno.
A far scaldare gli animi è il progetto della nuova piazza di Molino Nuovo, un progetto ancora in fase di consultazione e con davanti a sé una tempistica realizzativa molto lunga (10 anni?) e che ha quale pomo della discordia, appunto, la suddetta fontana. Per questo, in qualità di membro della Commissione di quartiere mi sento in obbligo, nel pieno rispetto dei miei concittadini, di esporre la reale situazione.
Il 6 maggio si è svolta l'assemblea della nostra Commissione durante la quale, dopo la presentazione del programma svolto e di quello futuro, delle problematiche di quartiere (passate purtroppo in secondo piano) tra cui lo stato di avanzamento dei lavori del PSE- progetto in pieno sviluppo, è stata lanciata la "bomba", come l'ha ben definita la municipale di Lugano Karin Valenzano Rossi, presente insieme alla collega Cristina Zanini Barzaghi. Ossia il futuro della fontana attorno alla quale si è acceso un forte dibattito tra i presenti. Sul tavolo ci sono molte varianti e possibilità, "nulla è deciso e nulla è indelebile", ha ribadito più volte in proposito Cristina Zanini Barzaghi.
Un'ammissione a fronte della quale mi è sembrato dunque, giusto e lodevole, che sulla questione venissero chiamati in causa in primis proprio gli abitanti di Molino Nuovo. Ho dunque proposto la costituzione di un gruppo di lavoro composto da abitanti del quartiere in rappresentanza di entrambe le fazioni - chi la fontana vorrebbe rimanesse e chi ne farebbe a menoA- in tal modo da proporre varianti del progetto, suggerimenti; a seguito dei quali, ci si augura, trovare una soluzione condivisa da tutti. Il nostro compito, come commissione di quartiere, sarà quello di supervisionare e coordinare il tutto. E senza, cosa da me ribadita a più riprese, durante e dopo l'assemblea, nessun coinvolgimento o presa di posizione partitica.La politica, infatti, a questo stadio delle cose, deve limitarsi a stare alla finestra:
Al momento credo sia giusto e rispettoso dare una prima valutazione sul nuovo assetto del quartiere coloro che a Molino Nuovo ci vivono e che hanno, appunto, nella commissione di quartiere una propria voce indipendente, fuori da ogni interesse che non sia quello delle varie componenti della comunità, nessuna esclusa.
Dovranno insomma essere gli abitanti del quartiere a impegnarsi per sottoporre al Dicastero di competenza, ciò che meglio gli si addice. Ovvero come la piazza di Molino Nuovo dovrà essere sistemata in modo che possa essere finalmente "vissuta" dalla popolazione con o senza il Sombrero. Quest'ultimo potrà essere spostato o ristrutturato. Ancora non lo sappiamo: in ogni caso siamo certi che non andrà in nessun caso perduto, in ossequio al suo ideatore, il compianto Tita Carloni che, sicuramente, starà da qualche parte bonariamente sghignazzando della querelle scatenatasi attorno a questa sua creazione che lui stesso, comunque, definì "un peccato di gioventù".