Amalia Mirante, granconsigliera "Avanti con Ticino e Lavoro"
Invece sì, caro governo! Al nostro Cantone serve proprio una “Corte dei Conti”. Il Consiglio di Stato ha mancato clamorosamente l’occasione di dare una risposta concreta ai bisogni legati alla gestione delle finanze pubbliche.
Ma cos’è una Corte dei Conti? Semplice: è un ente esterno, indipendente dall’autorità politica, che controlla l’uso del denaro pubblico. Guardando a quelle esistenti scopriamo che in effetti valutano se l’operato dello Stato rispetta i principi di economicità, efficacia, efficienza e sostenibilità della spesa pubblica. Il tutto, ovviamente, nel rispetto delle leggi.
Insomma, la Corte dei Conti fa ciò che tutti voi fate già in casa nostra: verifica che spendiamo i nostri soldi in modo utile e assennato, evitando sprechi e spese inutili. Il suo ruolo è una garanzia di fiducia del lavoro dello Stato.
Certo è comprensibile che uno sguardo esterno sul proprio operato possa non piacere a chi fa politica. Ma se si vuole veramente migliorare l’attività dello Stato, e non semplicemente rivendicare il diritto di “spendere liberamente” allora il ruolo della Corte dei Conti è fondamentale e utile, anche alla politica.
L’ente pubblico assume oggi migliaia di compiti e spende 4.3 miliardi di franchi. Ognuno di quei franchi viene dal contribuente.
La Corte dei Conti può migliorare enormemente l’azione dello Stato. Può guardare tutto l’insieme della spesa e trovare doppioni nell’amministrazione, errori nell’applicazione delle leggi, discriminazioni nell’erogazione di sussidi, misure inefficaci ecc. E, soprattutto, può dare importanti indicazioni e consigli pratici e concreti per utilizzare al meglio le risorse pubbliche.
Ma la Corte costerebbe molti soldi? Quella del Canton Ginevra, più numerosa rispetto a quella che servirebbe in Ticino e che conta quasi 22 posti di lavoro, costa meno di 6 milioni di franchi. E solo nel 2022 ha suggerito misure di risparmio per quasi 41 milioni di franchi. Se applicate, la Corte farebbe risparmiare al cittadino ginevrino ben 35 milioni di franchi!
L’unica possibilità per cui una Corte dei Conti non faccia guadagnare soldi è se la politica ne facesse uno strumento al proprio servizio. Per questo nel comporla non bisognerà seguire il “manuale Cencelli” della spartizione partitocratica ma scegliere persone competenti, capaci e indipendenti.
Questo è, duole dirlo esattamente il contrario di quanto propone, invece e purtroppo, il Consiglio di Stato che suggerisce un organo di controllo di nuovo sottomesso alla politica. Di nuovo il controllore finisce in mano al controllato. Come potrebbe funzionare?
La Corte dei Conti è uno strumento valido, già sperimentato in molti paesi e anche in Svizzera. Se non si fa è perché non si vuole fare.