Associazione fontanieri ticinesi
L’arrivo del caldo, in particolare in tempo di canicola, porta spesso con sé un aumento delle temperature dell’acqua distribuita attraverso la rete di acqua potabile. Questo si traduce talvolta in sensazioni sgradevoli dal profilo sensoriale: dal rubinetto di casa non scorre acqua fresca e rinfrescante, ma acqua piuttosto quasi tiepida. In realtà, l’esperienza sul campo mostra come anche in piena estate l’acqua distribuita in rete supera raramente i 15-17°C. Si tratta quindi soprattutto di una sensazione soggettiva, che nasce anche dall’immagine romantica di acqua fresca quindi di buona qualità. In effetti, anche a temperature più elevate, l’acqua distribuita resta di eccellente qualità.
Se non esiste un limite legale per la temperatura dell’acqua distribuita, le raccomandazioni nazionali e internazionali si trovano d’accordo fissando una soglia di 25°C come massimo accettabile. Gli effetti di un’acqua più “calda” sono essenzialmente di tipo microbiologico: i microorganismi possono in effetti proliferare più facilmente a temperature più elevate. Grazie però ai trattamenti messi in atto dai distributori, questo rischio è trascurabile: la carica batteria nell’acqua è molto bassa al momento dell’immissione in rete, ciò che impedisce una proliferazione significativa di batteri anche a temperature un po’ più elevate. Nessun effetto invece sulle caratteristiche minerali dell’acqua distribuita e quindi, in sintesi, sulla sua qualità. L’AFT sorveglia da molto vicino il fenomeno di aumento delle temperature, effetto nefasto dovuto al cambiamento climatico, ed è pronta a intervenire con soluzioni operative qualora in futuro le temperature dovessero aumentare ulteriormente. Per il momento però, i consumatori possono continuare ad approfittare tranquillamente dell’eccellente qualità dell’acqua distribuita in rete, anche se un po’ meno fresca del solito.
Associazione fontanieri ticinesi, Il presidente Matteo Negri