Cerca e trova immobili

L'OSPITEInnalzamento della diga del Sambuco e politica governativa

07.08.23 - 20:12
Fiorenzo Dadò, Gabriele Dazio, Giacomo Garzoli, Aron Piezzi, Andrea Rigamonti
TiPress
Innalzamento della diga del Sambuco e politica governativa
Fiorenzo Dadò, Gabriele Dazio, Giacomo Garzoli, Aron Piezzi, Andrea Rigamonti

Il progetto relativo alla diga del Sambuco sarà una delle principali opere nel Canton Ticino nei prossimi anni e l’investimento complessivo ammonterà a 120 milioni di franchi. La parte dell’innalzamento della diga è stata recentemente oggetto di una interrogazione sottoscritta da tredici deputati. I Gran consiglieri postulavano che, contestualmente all’avanzamento del progetto di innalzamento, il Consiglio di Stato desse prova di lungimiranza promuovendo con la stessa celerità altri progetti territoriali dell’alto Ticino riuscendo in tal modo a sfruttare eventuali sinergie (di procedura e di cantiere).

Gli altri due progetti riguardano il percorso mountain-bike tra Vallemaggia e Leventina attraverso il passo Naret, ma soprattutto il collegamento, anche con funzione di trasporto pubblico, tra il paese di Fusio e la stazione ferroviaria di Ambrì che risolverebbe l’annoso problema della mancata apertura a nord della Vallemaggia. L’interrogazione, contrariamente a quanto indicato nella risposta del Consiglio di Stato, auspicava che il progetto della funivia, il quale anch’esso si trova nella stessa fase procedurale, ovvero il consolidamento nel Piano Direttore, procedesse alla stessa velocità di crociera, ovviamente su strade separate (appunto coordinate), ben sapendo che non è possibile riunire le procedure.

Con una certa sorpresa, il Consiglio di Stato, nella sua risposta, rifiuta tale approccio tuttavia non spiegandolo. O meglio limitandosi ad indicare che l’innalzamento della diga assurge a carattere urgente in virtù delle necessità di approvvigionamento energetico, mentre per la funivia fornisce una tempistica irragionevolmente dilatatoria, senza validi argomenti. Non è dato sapere per quale motivo lo studio di massima dovrebbe partire soltanto nel 2024, per durare “un paio di anni” (per la diga lo studio durerà sei mesi) con un orizzonte di inizio lavori non prima del 2029/2030! Ovvero tra due legislature.

Non va meglio con il progetto del percorso mountain bike, dove l’agire del governo è addirittura contraddittorio indicando che solo con lo sviluppo di un concetto globale di collegamento tra le due valli ci sarebbe una offerta turistica in grado di generare ricadute sul territorio. Ma questa è propria la richiesta dell’atto parlamentare. Inoltre è lo stesso Consiglio di Stato che pretende la promozione di sinergie nell’ambito di tematiche montane (vedi Messaggio 8022 sul credito agli impianti turistici).

Il territorio che si appresta ad accogliere il progetto della diga del Sambuco non può accettare una simile attitudine da parte del Consiglio di Stato. La Vallemaggia, dall’innalzamento, vedrà ulteriore terreno sommerso, non riceverà indietro un solo litro d’acqua, non ci saranno nuovi posti di lavori duraturi, ma soprattutto ci sarà un cantiere della durata di 4 anni, in una valle discosta, senza le infrastrutture necessarie ad accoglierlo. Un prezzo troppo alto da pagare. E allora non può che tornare alla mente l’immagine sbiadita della conferenza stampa di presentazione del progetto Sambuco dello scorso 11 luglio 2023. Non si ricorda infatti, in tempi recenti, alla presentazione da parte dell’esecutivo cantonale di un progetto territoriale significativo, l’assenza, in qualità di relatore, di un rappresentante del Comune toccato.

Se queste sono le premesse, auspichiamo che venga corretto al più presto questo approccio colonizzatore che la Vallemaggia ha già conosciuto negli anni ’50 del secolo scorso e che questa volta non è più disposta ad accettare inerme. Se è vero che il progetto del Sambuco è di valenza nazionale, è altrettanto vero che l’occasione è ghiotta, dando prova di lungimiranza e elasticità, per portare benefici duraturi, in tempi ragionevolmente celeri, mediante forme di sviluppo economico sostenibile, quali sono la funivia e il percorso mountain bike, come peraltro avviene in altri Cantoni alpini con successo.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Nmemo 1 anno fa su tio
Ben fatto. Le opere ora di proprietà OFIMA/OFIBLE che in un prossimo futuro passeranno, per riversione, in proprietà al Cantone vanno adeguatamente mantenute e aggiornate alle nuove esigenze del mercato dell’energia.

UnoQualunque1 1 anno fa su tio
tüt oregiatt
NOTIZIE PIÙ LETTE