Claudio Verzasconi, presidente del Patriziato di Gudo
Sono saliti in 150 sabato 8 luglio per festeggiare l’anniversario dei 30 anni della Capanna di Orino di proprietà del Patriziato di Gudo.
Perfettamente organizzata, favorita dalla clemenza del tempo e stimolata dalle note di una simpatica orchestrina, la manifestazione è stata un successo di allegria e l’occasione per rinsaldare lo spirito di appartenenza, di solidarietà e d’amicizia.
Prima di porgere il benvenuto ai partecipanti, ho letto “Tu ci ricordi. Orino …”, pensieri in libertà che Plinio Grossi, patrizio di Gudo, aveva scritto il 17 luglio 1993 per l’inaugurazione della capanna, recuperata da una vecchia stalla.
Salutati tutti i presenti, in particolare il sindaco avv. Mario Branda, la presidente del Consiglio parrocchiale signora Fausta Fanin, il parroco don Onorio, il legale del Patriziato avv. Paolo Agustoni e il già Presidente del Patriziato Augusto Verzasconi, ho poi ripercorso la storia dell’edificio.
«Negli anni sessanta del secolo scorso, nel mese di settembre la “kasína granda” era diventata il campo base di alcuni cacciatori. Si può dire che fu questa occasionale e spartana occupazione a destinarla definitivamente a un utilizzo diverso da quello dell’alpeggio. I lavori di trasformazione furono impegnativi sia materialmente, sia moralmente, dovendo liberare la cascina dalle vestigia del passato demolendo le “fornelle” sulle quali si riscaldava il latte in caldaia per farlo diventare un buon formaggio».
Dopo l’aperitivo e l’ottimo pranzo con polenta, formaggio, latticini e salumeria nostrani con il contorno dei rinomati vini di Gudo, è seguita la benedizione della nuova, maestosa croce. È un segno forte di continuità e un significativo riferimento alle nostre tradizioni. La sua presenza e benedizione è atto di riconoscente ringraziamento ai nostri avi per averci lasciato esempi di vita, di sacrificio, di speranza, di tenacia.
Una giornata da non dimenticare.