Felice Dafond, Sindaco di Minusio e candidato al Consiglio Nazionale
MINUSIO - Il Dipartimento educazione cultura e sport (DECS) riferisce che “tocca ai comuni decidere" in merito al diario scolastico recentemente pubblicato. La tematica di genere sembra essere assurta a tema dominante di questa tarda estate. Il PLR ha chiesto un incontro con la Consigliere di Stato sulla delicata tematica dell’identità di genere, e l’impostazione teorica e scientifica che il DECS intende seguire. Correttamente affermo, poiché le competenze didattiche nella nostra scuola sono esclusivamente di competenza del DECS e non dei municipi. Non si capisce quindi come possa un municipio decidere sul tema. Semmai è un tema che la direzione scolastica, il consiglio di direzione, e i docenti devono affrontare con i genitori degli allievi. L’identità di genere nell’agenda scolastica cantonale presuppone quindi approfondimenti in ambito scolastico, in caso contrario si rischia di bagatellizzare il tutto. Certamente il discorso di accettazione della propria persona e della diversità è un tema importante. Fino a che punto lo sia a livello elementare in questi termini è ancor tutto da dimostrare. Gli antichi parlavano di …”cum grano salis”, e a me non sembra siano stati avviati approfondimenti tali da affrontare queste tematiche con saggezza e profondità. Per affrontare queste realtà è invece più che opportuno coinvolgere tutti gli attori nella scuola e non ridurre il tema ai minimi termini di un diario scolastico o di due sue vignette. Parlare di un terzo sesso, che per alcuni è divenuto tanto di moda, impone scentificità e non superficialità. I docenti sono preparati? I genitori lo sono? Ogni individuo deve poter scegliere il proprio orientamento sessuale e la sua scelta va rispettata, ma il tema va constestualizzato nei programmi scolastici e adattato all’età degli allievi.
Nella nostra società vi sono minoranze che affrontano questo tema o sono in procinto di farlo. Hanno tutto il mio rispetto ma nel contempo vi è anche una maggioranza che va pure rispettata. Alcuni genitori e famiglie non sono preparati, altri non sono per nulla d’accordo con queste scelte ma devono subirle: a me non sembra giusto. La scuola non deve né può sostituirsi al ruolo dei genitori. Chi sostiene questi temi ritiene che parlare di accettazione della propria persona e della diversità sia un tema che tocca soprattutto i più giovani che possono vivere questa situazione in un momento di estrema vulnerabilità, che non conscono, e che potrebbero interpretare come una cosa sbagliata. Ma cos’è giusto o sbagliato? Lo definisce un diario scolastico? Far sensibilizzazione nei minimi termini, con un diario, non mi è mai piaciuto. La formazione di un giovane è troppo importante per farla pendere sul giusto o sbagliato di un sostenitore di questi temi. La formazione è fatta di impegno, costanza, approfondimento e dialogo, non di slogan gridati. Giustamente, conclude il comunicato stampa del PLR, è quindi fondamentale assicurare la massima serietà e scientificità nell’approcciarsi ai temi, in particolare quando parliamo di argomenti che concernono lo sviluppo intimo di una persona. La nostra scuola, la nostra rete sociale, la nostra società è sempre riuscita ad affrontare temi anche difficili con serietà. Il dialogo è sempre stato un valore, il mio augurio è che lo sarà anche in futuro.