Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi
LUGANO - Il prossimo 3 marzo i cittadini svizzeri saranno chiamati a decidere sulla Tredicesima AVS. Una denominazione che in Ticino suona familiare: è infatti quella di una “storica” battaglia che la Lega dei Ticinesi ha portato avanti per due decenni prima di scontrarsi con un niet in votazione popolare, il 23 settembre 2012.
La Tredicesima AVS proposta dalla Lega non era, in realtà, una rendita dell’AVS. Si trattava di una prestazione destinata alle persone in età AVS, che sarebbe stata finanziata dal Cantone. Soprattutto - e qui sta la fondamentale differenza rispetto all’iniziativa su cui si voterà a marzo - non sarebbe stata elargita a tutti indiscriminatamente. Era infatti riservata agli anziani di condizione economica modesta e residenti da molto tempo in Ticino.
Ma tutti i partiti, sinistra in primis, sentenziarono che i pensionati non necessitavano di alcun aiuto.
L’iniziativa oggi sul tavolo è invece una tredicesima mensilità AVS nel senso letterale del termine, quindi versata dalle casse del Primo pilastro (alimentate dai lavoratori). E, soprattutto, è un classico aiuto a pioggia. Infatti lo riceverebbero tutti i beneficiari del primo pilastro, anche i milionari. Il costo totale iniziale sarà di 4 miliardi di franchi all’anno, destinato a crescere nel tempo; si può ipotizzare che la metà dell’esborso andrebbe a persone che di per sé non ne avrebbero bisogno.
In tempi “normali”, l’iniziativa non avrebbe chance di approvazione popolare. Ma i tempi attuali vedono una consistente erosione del potere d’acquisto dei cittadini (esplosione dei premi di cassa malati, impennata delle bollette energetiche,…). Gli anziani ne risentono più di altri, non avendo la possibilità di aumentare il proprio reddito. A ciò si aggiungono le recenti riforme (tagli) alla Prestazione complementare (PC). Gli eredi di un beneficiario di PC sono ora gravati da un nuovo obbligo di restituzione, a carico dell’eredità, delle prestazioni che il defunto ha percepito negli ultimi dieci anni di vita, fatta salva una franchigia di 40mila franchi. E’ manifesto che l’obbligo di restituzione spingerà tanti anziani a rinunciare alla PC, per non mettere in difficoltà gli eredi.
Con il primo gennaio 2024, inoltre, verranno abbassati i valori soglia della sostanza che danno diritto alla complementare. Di conseguenza, un certo numero di anziani si vedrà decurtare o addirittura revocare la rendita.
Il 3 marzo i cittadini svizzeri dovranno di conseguenza scegliere se versare un aiuto ad annaffiatoio – la Tredicesima AVS – sapendo che a) la nuova prestazione verrà giocoforza finanziata con aumenti dei contributi e b) la metà dei soldi elargiti andrà a chi non ne ha necessità; oppure se non versare alcun aiuto, col risultato che gli anziani in ristrettezze economiche dovranno continuare a far fronte ai rincari senza alcun supporto.