Adam Barbato-Shoufani, membro di coordinamento della Gioventù Comunista
Mentre promuove gli sgravi fiscali per chi guadagna più di 30'000 fr. al mese con una riforma che propone una riduzione dell’aliquota massima al 12%, il Consiglio di Stato annuncia, con il preventivo 2024, ingenti tagli alla spesa pubblica. Questo colpirà ulteriormente la già delicata situazione socio-economica del cantone, diminuendo ad esempio i contributi per i sussidi di cassa malati e tagliando i salari dei dipendenti pubblici.
Il comitato “Stop ai tagli”, di cui fanno parte anche la Gioventù Comunista ed il Partito Comunista, ha già lanciato un referendum a tal proposito, ribadendo il suo appoggio a chi lavora nel servizio pubblico e a chi vive in situazioni precarie anche a causa dell’esplosione dei premi di cassa malati.
Un’altra fonte di preoccupazione sono i tagli annunciati nei confronti dei trasporti pubblici. Vi sarà infatti un adeguamento tariffale da 0.7mio di franchi e una riduzione delle prestazioni di trasporto da 4.5mio. Al paragrafo 24-25 del preventivo leggiamo infatti quanto segue: “Sono previsti minori contributi lordi versati dal Cantone e dai Comuni alle imprese di trasporto per coprire i costi non coperti delle prestazioni di trasporto pubblico relative alle linee d’interesse cantonale finanziate tramite i mandati di prestazione”.
Un altro colpo basso insomma agli studenti e ai lavoratori che prendono quotidianamente i mezzi di trasporto pubblico e affluiscono ogni giorno a migliaia dalle valli più remote del cantone per potersi recare nei rispettivi istituti scolastici e luoghi di lavoro. La Gioventù Comunista ribadisce che la via dei tagli al servizio pubblico, in particolare ai trasporti, non è la strada giusta. Si dovrebbe anzi investire di più in un simile settore, che ricopre un ruolo fondamentale nell’accessibilità all’istruzione e al lavoro, nella comunicazione fra valli e città e ovviamente anche in ambito ambientale. Un eventuale ulteriore aumento dei prezzi tariffali (gli abbonamenti arcobaleno sono già aumentati del 10%, quindi più che livello nazionale, dove le tariffe sono aumentate del 4-5%) dovuto ai tagli peserebbe sulle spalle delle classi più sfavorite e non farebbe altro che scoraggiare l’uso di questi mezzi, comportando ulteriore traffico e disagi per le nostre infrastrutture e non gioverà certo all’ambiente.
Più auspicabile sarebbe invece seguire la linea già tracciata dalla Gioventù Comunista, che l’anno scorso ha chiesto al Consiglio di Stato, con una lettera aperta sottoscritta da più di mille persone, di rendere gratuiti i trasporti pubblici per tutti, sul modello ad esempio del Lussemburgo. O, almeno, si potrebbe applicare questa misura agli studenti, agli apprendisti e alle persone in AVS.Sono anche queste motivazioni che ci spingono a scendere in piazza a Bellinzona il 20 gennaio a protestare nuovamente contro i tagli e contro l’austerità. Per un Ticino che pensa agli studenti, ai lavoratori e anche al servizio pubblico!