Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi
Il prossimo 3 marzo i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare sulla Tredicesima AVS. Fino ad un paio di anni fa, la proposta non avrebbe avuto chance di accettazione popolare. Nel frattempo però molte cose sono cambiate. I premi di cassa malati sono esplosi. I prezzi idem. Di conseguenza, il potere d’acquisto dei cittadini si è ridotto di migliaia di franchi all’anno. E gli anziani sono particolarmente penalizzati, per almeno tre motivi.
Non hanno la possibilità di aumentare la percentuale lavorativa per guadagnare di più.
La Confederazione ha tagliato sulle prestazioni complementari (PC) con una serie di misure vessatorie: obbligo di restituzione imposto agli eredi, criteri di accesso più restrittivi… Questo significa che tanti anziani rinunceranno a chiedere la PC, mentre numerosi altri se la vedranno decurtare o togliere. Ergo, sempre più pensionati tireranno la cinghia.
Anche le rendite del secondo pilastro diminuiscono. In media, oggi sono inferiori di 300 franchi al mese rispetto a 15 anni fa. Questo principalmente a seguito dei tassi di interesse bassi degli ultimi anni. Inoltre, non vengono adeguate al rincaro.
Dal profilo del finanziamento, una tredicesima mensilità AVS è certamente “tanta roba”. Il costo sarebbe di 4.1 miliardi di franchi all’anno, in crescita. Bisogna però considerare che le casse del primo pilastro non sono messe poi così male. L’AVS dispone di 50 miliardi di riserve che diventeranno 70 entro la fine del decennio. Nel 2023 il primo pilastro ha chiuso i conti con un utile di 2.9 miliardi di franchi, per l’anno corrente se ne prevedono 3.8, per il 2025 3.2, e per il 2026 3.5. Siamo ben lontani dal “fallimento” che qualcuno ha paventato. Le finanze dell’AVS sono messe meglio rispetto alle previsioni perché è aumentata l’occupazione femminile e perché i salari sono cresciuti. Non in Ticino, per i ben noti motivi legati alle nefaste conseguenze della libera circolazione delle persone. Ma nel resto della Svizzera, sì.
Il terrorismo sugli aumenti di IVA o di contributi in caso di Sì alle Tredicesima AVS è fuori luogo.
In ogni caso, l’introduzione di queste misure andrebbe approvata dal parlamento e, in caso di referendum, dal popolo. Se verranno bocciate, le maggioranze politiche dovranno finalmente “riorientare la spesa pubblica” a vantaggio degli svizzeri. Perché i soldi ci sono: abbiamo miliardi da regalare all’estero, miliardi da mandare in Ucraina, miliardi per mantenere finti rifugiati, altri miliardi da versare all’UE sottoforma di contributi di coesione che, con il nuovo mandato negoziale, il CF pensa di rendere ricorrenti.
E’ poi vero che anche i milionari beneficerebbero della tredicesima mensilità AVS. Ma i ricchi, nelle casse del primo pilastro, hanno anche versato tanti contributi. Molti più soldi di quelli che riceveranno tramite le rendite, che sono plafonate per tutti ad un massimo di 2450 franchi al mese. Non è quindi uno scandalo se si vedranno assegnare una mensilità in più.
La Tredicesima AVS in votazione il 3 marzo non è una proposta ideale (la Lega ne avanzò a suo tempo una migliore, che però venne affossata dalle altre forze politiche per motivi di bottega). Tuttavia, specie dopo quanto accaduto negli ultimi due anni, i pro prevalgono sui contro.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi