Lorenzo Onderka, Pura, Avanti i con Ticino&Lavoro
BELLINZONA - DA oggi il Consiglio di Stato affronterà in aula la discussione inerente al preventivo 2024. Se i membri di direzione dei gruppi per i quali ho lavorato finora avessero sottoposto un simile preventivo ai titolari o al Consiglio di Amministrazione, ora sarebbero iscritti all’UCR. Sia il Governo sia i principali partiti sostengono questo preventivo, e sostengono pure le riforme fiscali decise. Non importa se a rimetterci sono dipendenti statali, persone e famiglie meno abbienti, disabili, ecc. Sostengono che è necessario tagliare costi (sociali e sanitari, di costi strutturali e di analisi degli investimenti non se ne parla) per risanare le finanze entro il 2025, anche alla luce del decreto Morisoli, sospeso sopra le nostre teste come una spada di Damocle. Ora si discute del preventivo 2024, che è già da lacrime e
sangue, ma questo non è tutto. Il preventivo 2025 sarà ancor più severo e i tagli rischiano di esser maggiori. Ma da dove nasce questo dissesto finanziario? Per me è chiaro: la responsabilità di questo dissesto è da attribuire ai Consiglieri di Stato e ai Gran Consiglieri che sono in carica da almeno una legislatura piena. Il paradosso è che queste persone sono le stesse che ora ci dicono che hanno le
ricette giuste per risanare le finanze: prima demoliscono, poi vogliono farci credere che sanno come aggiustare le cose. Certo! Nel preventivo è previsto un contributo di solidarietà che i dipendenti dello Stato dovranno versare: anche i Consiglieri di Stato sono dipendenti pubblici, eppure loro non si sono contemplati in questa misura. Poi ci sono i Gran Consiglieri che supportano questa misura: quale contributo di solidarietà verseranno mensilmente a favore dello Stato? Rinunciano al loro compenso di Gran Consigliere? No, anche questo non è previsto. La stessa area politica sostiene che è importante mantenere gli investimenti per creare indotto alle aziende. Va bene, ma perché le aziende non trasformano questo indotto in opportunità di lavoro per i residenti, a condizioni salariali dignitose? Avete mai sentito un membro di uno dei maggiori partiti, un Gran Consigliere di lungo corso, un Consigliere di Sato sostenere che è necessario un patto di paese? Per esempio: sui cantieri pubblici devono lavorare unicamente residenti e, se ne mancano, si vanno a reclutare tra i disoccupati e tra chi beneficia dell’assistenza, offrendo formazione, se necessario. Mai successo!
Vista la situazione salariale in costante degrado, il popolo ticinese ha votato a favore dell’adozione del salario minimo. E cosa è successo? I due parlamentari della Lega, Boris Bignasca e Sabrina Aldi, hanno creato il sindacato TiSin, per aggirare la legge voluta dal popolo. Qui si sono dimostrati molto attivi. E siedono ancora in Gran Consiglio… Ora gli stessi gruppi politici, PLR in testa, ci dicono che è loro responsabilità arrivare a un pareggio di bilancio, anche a costo di sacrifici (fatti dagli altri). Se si parla di responsabilità, prima attribuiamola a chi ha creato questa situazione finanziaria: Consiglieri di Stato, Parlamentari di lungo corso, la responsabilità del disastro finanziario del Cantone è tutta vostra, e lo avete costruito nelle ultime 4-5 legislature. Oramai non siete più credibili. Allora cosa fare? Vedo una sola via: 1. Sospensione del decreto Morisoli per ulteriori 5 anni / 2. Revisione approfondita delle strutture dello Stato (per esempio il corpo di Polizia è troppo grande: 3.3 agenti per 1000 abitanti quando la media Svizzera è di 2.2 agenti). / 3. Un patto di paese in modo che gli appalti pubblici si trasformino in opportunità di lavoro per i residenti, anche a costo di incentivare la
formazione in questo settore / 4. Incentivare la formazione di personale sanitario, al fine di aver personale domiciliato preponderante sul frontalierato / 5. Formare personale residente per le prossime officine della ferrovia: quei posti di lavoro devono andare a residenti. Potrei andare avanti, ma questo basta per dare un’idea di quello che dovrebbe e può essere fatto. Ma per farlo ci vogliono dei leader, dei veri Leader, che abbiano a cuore noi, cittadini comuni, e abbiano una visione costruttiva del futuro, con un’anima imprenditoriale e sociale. Ma quando guardo verso Bellinzona in cerca di questi leader, quello che vedo è un deserto dei tartari (non me ne voglia Dino Buzzati). Che ne sarà del nostro cantone, dal quale i giovani scappano, dove la popolazione diventa sempre più povera e invecchia a vista d’occhio?