Giovani UDC Ticino sulle prossime votazioni.
Nelle fasi concitate di una campagna, spesso si cercano slogan, immagini o testimonianze che facciano presa sulla popolazione, prendendola magari sul fronte emozionale o personale. Nel caso della campagna per l’introduzione della 13a AVS, i volti immagine della campagna sono gli anziani. Rappresentati come la fascia debole della popolazione, che fatica ad arrivare a fine mese e messa in ginocchio dall’aumento del carovita, i nostri pensionati ci vengono presentati come bisognosi di questa soluzione. Intendiamoci: quello della povertà tra gli anziani è un fenomeno che esiste e che non possiamo ignorare.
Ma che le persone anziane siano automaticamente povere è pura retorica. Oggi l’età avanzata rappresenta – sempre con le dovute eccezioni – raramente un rischio di povertà. In base a un sondaggio effettuato dalla Confederazione, il 56% dei pensionati si dichiara «molto soddisfatto» della propria situazione finanziaria. In termini di paragone, solo il 35% delle persone attive ha dato questa risposta. Sempre su incarico della Confederazione, l’Università di Ginevra ha analizzato i dati fiscali di undici cantoni, riscontrando un benessere maggiore tra i pensionati rispetto alla generazione più giovane. Da notare: la maggior parte dei pensionati non è costretta ad erodere il proprio capitale durante il pensionamento; al contrario, i risparmi continuano ad aumentare. Inoltre, i pensionati possiedono molto più spesso un immobile rispetto alla generazione più giovane che, addirittura, rischia di non poter mai diventare proprietario nel corso della sua vita. I promotori dell’iniziativa vogliono farci credere che questa soluzione non costerà niente.
La realtà è ben diversa. Dati alla mano, i costi annui ammonteranno inizialmente a oltre 4 miliardi dal 2026 (domani) e saliranno a 5.3 miliardi in futuro. Se ipotizziamo una media di spesa di 5 miliardi all’anno su 20 anni, parliamo di una spesa accumulata di ben 100 miliardi. A questo importo occorre aggiungere almeno altrettanto per coprire il deficit di ripartizione miliardario dell’AVS previsto già dal 2030 (dopodomani) – indipendentemente da questa iniziativa. E chi pagherà tutto questo? La generazione più giovane, ovvero la generazione che già oggi ha un tasso di povertà maggiore rispetto a quella più anziana. Occorre inoltre considerare che attualmente circa la metà dei beneficiari dell’AVS riceve la rendita massima. Secondo l’iniziativa queste persone riceverebbero annualmente una rendita in più di CHF 2'450 franchi. Le persone con una rendita minima invece, che ne avrebbero maggiormente bisogno, riceverebbero una rendita in più di soli 1'225 franchi. Questo sistema ad annaffiatoio non va a sostenere chi ne ha effettivamente bisogno, ma agisce in maniera cieca, ingiusta e poco lungimirante. Questa non è socialità, ma una proposta irresponsabile. Ecco perché ci opponiamo il 3 marzo con convinzione all’iniziativa per l’introduzione di una 13a AVS. Votate al più presto NO all’iniziativa! Giovani UDC Ticino