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LORENZO QUADRI

Lugano: chi vuole svendere la Svizzera…

Lorenzo Quadri, Municipale di Lugano. Lega dei Ticinesi
Lorenzo Quadri
Lugano: chi vuole svendere la Svizzera…
Lorenzo Quadri, Municipale di Lugano. Lega dei Ticinesi
Lugano è la culla della Lega. Qui il Movimento vide la luce nel lontano 1991.Lugano ha una particolarità: tra le 10 principali città svizzere, è l’unica a non avere un municipio a guida rossoverde. Una situazione insopportabile per una sinistra...

Lugano è la culla della Lega. Qui il Movimento vide la luce nel lontano 1991.

Lugano ha una particolarità: tra le 10 principali città svizzere, è l’unica a non avere un municipio a guida rossoverde. Una situazione insopportabile per una sinistra sempre più intollerante e settaria, che si riempie la bocca con “il valore della diversità”, ma guai a chi osa avere posizioni diverse dalle sue.

La deriva a sinistra ha da tempo contagiato il cosiddetto “centro” PLR-(ex)PPD. Lo si vede in tutti i temi importanti e ad ogni livello istituzionale: federale, cantonale e pure comunale. A Lugano il PLR è riuscito a presentare una lista unica, sia per il municipio che per il consiglio comunale, con i verdi liberali, che di “liberale” hanno solo il nome. Col risultato di posizionarsi ulteriormente a sinistra.

La lista Lega-Udc, che per il municipio di Lugano è senza dubbio la più forte di tutte (del resto, è anche l’unica di cui si parla), costituisce l’ultimo baluardo contro la deriva rossoverde. E la maggioranza relativa Lega-Udc (maggioranza relativa è ben diverso da maggioranza assoluta) negli scorsi anni ha ottenuto risultati importanti: sia dal profilo del risanamento dei conti comunali che della progettualità. Senza però, nemmeno nei momenti finanziariamente più bui, dimenticare la propria anima sociale. Premesso che fare meglio è - e deve essere - sempre possibile, non c’è in Ticino una città con un sistema sociale e sociosanitario più avanzato di quello luganese, che in più occasioni è stato, e tuttora viene, preso ad esempio da altri centri. E anche dal Cantone.

Affermazione della nostra identità e delle nostre radici; rispetto per i contribuenti che non sono delle mucche da mungere; difesa delle libertà individuali da uno Stato sempre più opprimente e costoso; vicinanza ai cittadini; promozione dell’occupazione: sono principi leghisti che si possono e si devono declinare anche nella politica comunale.

Nano Bignasca soleva dire che la sua azione politica funzionava a cerchi concentrici: prima luganese, poi ticinese, poi svizzera. Un sano primanostrismo “ante litteram”, di cui c’è più che mai bisogno. Specie a fronte del continuo lavaggio del cervello politico-mediatico secondo il quale devono sempre venire “prima gli altri”.

E’ un’ovvietà, ma per mettersi a disposizione di una città bisogna prima di tutto amarla. E questo non è di certo il caso di chi nutre astio nei confronti della maggioranza dei cittadini, rei di pensarla in modo diverso, e per questo tacciati di razzismo, chiusura, populismo, negazionismo.

Una cosa deve poi essere chiara a tutti: chi è pronto a svendere la Svizzera all’UE, non difenderà mai neppure Lugano.

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