Lorenzo Quadri, consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
Il mantra politicamente corretto secondo cui immigrazione sarebbe “uguale a ricchezza” viene spazzato via da uno studio sulla libera circolazione delle persone, realizzato dall’Istituto di economia pubblica svizzera dell’Università di Lucerna.
Lo studio lucernese – di cui, “stranamente”, i media mainstream non riferiscono – giunge alla seguente conclusione: immigrazione è “uguale a ricchezza”… solo per chi immigra. Per lo Stato destinatario, invece, le cose stanno diversamente.
L’indagine evidenzia pure che le principali conseguenze negative dell’immigrazione non sono mai state indagate scientificamente. Facile intuire che la “dimenticanza” sia voluta. Certi dati devono rimanere nascosti, perché contraddicono la narrazione della casta spalancatrice di frontiere, la quale controlla le Università - ed i finanziamenti alle medesime.
Fatto sta, esordisce lo studio di Lucerna, che dal 2002 ad oggi in Svizzera sono immigrate 1.5 milioni di persone, due terzi di loro a causa della libera circolazione. E questi immigrati, ma guarda un po’, attingono a prestazioni dello Stato sociale, utilizzano le infrastrutture e generano sovrappopolazione.
L’indagine lucernese demolisce i principali mantra dei fautori della libera circolazione.
Ovvero:
Lo studio dell’Università di Lucerna evidenzia inoltre alcuni aspetti che (chissà per quale motivo) non sono mai stati approfonditi dalla ricerca accademica. Vale a dire:
Naturalmente ci sono tanti altri ambiti che andrebbero indagati. Ad esempio:
La forza dello studio lucernese risiede nel fatto che si tratta di un’indagine accademica e non politica. Cosa ne risulta? Che i contrari alla libera circolazione delle persone avevano, ed hanno, ragione. I fautori invece – partitocrazia, media mainstream, padronato, sindacati: tutti assieme appassionatamente nel perorare la causa del “devono entrare tutti” – hanno raccontato un sacco di frottole. E continuano a raccontarne. Specie in prospettiva della sottoscrizione di un eventuale “accordo quadro istituzionale 2.0” con l’UE, che segnerebbe la fine della Svizzera così come la conosciamo ora.
Lorenzo Quadri, consigliere nazionale Lega dei Ticinesi