Graziano Besana, AVANTI con Ticino&Lavoro
In un'epoca in cui la semplicità, la trasparenza e l’efficacia dovrebbero essere lo standard, è stato ingegnosamente creato un pacchetto di riforme fiscali che non incarna nessuno dei tre. Sto parlando della modifica della legge tributaria in votazione il 9 giugno, che si vuol far passare come un capolavoro di governance moderna, ma che altro non è che uno specchietto per allodole (… o per allocchi).
In una straordinaria dimostrazione di equilibrismo dei numeri, l'aliquota massima dell'imposta sul reddito sarà ridotta linearmente, che è la peggiore modalità per fare degli sgravi. Questa mossa temeraria è sicura di catapultare il nostro cantone dalle profondità della mediocrità fiscale nazionale (21mo posto) a un 16mo posto mozzafiato in classifica. Immaginate la gioia del ceto medio nel sapere di essere leggermente sopra la media intercantonale, risparmiando “una tantum” l’equivalente dell’importo di una spesa settimanale, ma facendo fregare le mani a coloro che hanno un reddito mensile di almeno trentamila franchi (pseudo-ricchi). L’ipotetico raggiungimento del 16mo posto, oltre ad essere una posizione di dubbio prestigio, non farà altro che erodere ulteriormente le già asfittiche finanze cantonali.
E per quanto riguarda il tanto acclamato "impatto finanziario neutro"? Utilizzando in maniera discutibile lo spazio finanziario, derivante da una riduzione temporanea del coefficiente fiscale che termina nel 2024, questa riforma promette di essere tanto invisibile nel suo impatto finanziario quanto audace nella sua esecuzione. Peccato che gli imprevedibili cambiamenti economici e legislativi in atto assicurano che il nostro futuro fiscale sarà tutt’altro che indolore.
Per indorare la pillola ai contribuenti viene proposto anche un aumento delle deduzioni sulle spese professionali. Una misura di cui però beneficeranno soltanto coloro che esercitano un’attività lucrativa.
Facendo i conti della serva, per una famiglia del ceto medio equivale grosso modo ad una diminuzione delle tasse di poco superiore al centinaio di franchi.
Tuttavia, unitamente alle due restanti misure (adeguamento delle imposte di successione, sgravio sul ritiro del secondo pilastro), queste tre proposte vanno comunque a beneficio del ceto medio e rispondono a reali bisogni dell’economia e della continuità imprenditoriale.
Quindi queste tre ultime misure sarebbero da mantenere, ma non è possibile farlo separatamente in quanto furbescamente inserite nella modifica della legge in votazione, proprio per forzare l’approvazione dello sgravio fiscale a vantaggio degli pseudo-ricchi. Paradossalmente, per concretizzarle rapidamente, è quindi necessario votare NO alla modifica della legge tributaria, attivando in questo modo gli atti parlamentari che sono già stati presentati in Gran Consiglio.
Per concludere, prossimamente il coefficiente cantonale tornerà al 100%, ma non fatevi trarre in inganno o terrorizzare dai manifesti che indicano che questa modifica della legge tributaria servirà a compensare l’aumento per il ceto medio. Nella forma proposta attualmente coloro che ne beneficeranno in maniera sensibile saranno principalmente gli pseudo-ricchi, che non scappano da nessuna parte né adesso e neppure dopo. Se qualcuno se ne andrà, sarà verosimilmente solo e soltanto a causa della mancanza di lungimiranza con cui vengono gestite le finanze cantonali e dell’incapacità del parlamento di svolgere il proprio compito in modo pragmatico e libero da condizionamenti.
Graziano Besana, AVANTI con Ticino&Lavoro