Rocco Cattaneo - ex consigliere nazionale
Ricordate ragazzi: «La liquidità è ossigeno». Questo è quanto affermava spesso un mio professore universitario quando si parlava di mezzi finanziari a disposizione delle famiglie, delle aziende. E più in generale, del circuito economico.
Lo scopo della riforma fiscale in votazione il 9 giugno è semplice: lasciare più liquidità a chi lavora, a chi produce, a chi ha risparmiato. In sintesi, a chi paga le imposte. Peccato che finora nel dibattito politico questo aspetto è stato dimenticato.
In altre parole: dare un colpo di mano, uno stimolo, una ventata di ottimismo e benessere al circuito economico. Quando si discute sulle riforme fiscali, è sempre la stessa storia. La prima domanda che salta fuori è: quanto costa? È vero a corto temine il fisco incasserà di meno. Ma più in là i soldi che rimarranno nell’economia genereranno nuovo reddito e di conseguenza maggiore benessere e più entrate fiscali.
La storia lo dimostra. La proposta fiscale del Cantone su cui siamo chiamati a votare ha parecchi pregi perché va a ossigenare in modo equilibrato diversi ambiti. Per chi lavora oltre che ad esserci una riduzione di 1,667 punti percentuali su tutte le aliquote (e attraverso i moltiplicatori comunali un risparmio del 3%) è prevista pure un progressivo aumento della deduzione delle spese professionali dagli attuali 2.500 franchi a 3.500 franchi.
Per chi produce e in modo particolare per le PMI che per la maggior parte sono aziende famigliari la riforma prevede di facilitare le successioni. E sono moltissime le aziende che si trovano in questa delicata fase temporale dove le nuove generazioni potranno beneficiare in un’importante
riduzione dell’imposta di successione. Questo premetterà in molte situazioni di mantenere, salvare e creare nuovi posti di lavoro.
Per chi risparmia e ha risparmiato una vita, si vuole alleggerire fiscalmente, plafonando l’aliquota massima al 3%, il prelievo del capitale del secondo pilastro. Una proposta molto azzeccata se teniamo conto del progressivo invecchiamento della popolazione. Ed infine, certo siamo sinceri: anche ai ricchi questa riforma farà bene.
Ricordiamoci: l’1% dei contribuenti in Ticino generano il 33% dell’intero gettito fiscale sulle persone fisiche. Peccato perderne anche soltanto uno, soprattutto per certi comuni. Di sicuro questa riforma potrà mitigare il desiderio di chi sta cullando l’idea di volare verso altri lidi fiscali come nel vicino Moesano.
Nel segmento degli alti redditi occorre salvare il salvabile perché nel confronto con altri cantoni siamo messi male. Restiamo calmi, respiriamo a fondo, un po’ più di ossigeno ci farà bene.
Votiamo sì alla riforma fiscale, altrimenti non ci resta che un solo e secco aumento del peso fiscale dovuto dall’incremento del moltiplicatore cantonale dal 97 al 100% già entrato in vigore all’inizio di quest’anno.