ATTE - Associazione ticinese terza età
Il Comitato cantonale dell’Associazione Ticinese Terza Età (ATTE) esprime forte preoccupazione per l’annunciata intenzione di chiudere in Svizzera circa 170 filiali della Posta nei prossimi quattro anni, come parte della strategia “La Posta di domani”.
Sebbene si cerchi di giustificare questa decisione con le tendenze irreversibili in atto e col calo registrato nella domanda di servizi allo sportello, le conseguenze per la popolazione, soprattutto per i residenti in aree periferiche, sono allarmanti e meritano una seria riflessione. Va considerato che, per la componente anziana della popolazione, numericamente sempre più rilevante in Ticino, gli uffici postali sono ben più di un luogo dove effettuare operazioni finanziarie: essi sono in realtà un punto di accesso fondamentale a servizi e informazioni essenziali.
La loro chiusura obbligherebbe molti a spostarsi più lontano, creando barriere insormontabili per chi ha limitazioni di mobilità o vive in zone scarsamente servite dai trasporti pubblici. Nelle aree periferiche, gli uffici postali svolgono un ruolo importante anche come centri di aggregazione e servizi.
La loro scomparsa concorrerebbe ad aggravare il fenomeno dell’isolamento sociale, già presente in molte realtà, riducendo ulteriormente l’accesso a servizi di base e aumentando le disuguaglianze territoriali. È inoltre necessario ricordare come il passaggio a soluzioni digitali non risponda necessariamente alle esigenze e competenze di una parte ancora significativa della popolazione anziana, che mostra di non avere sufficiente familiarità con le tecnologie moderne.
La chiusura di filiali comporterà inevitabilmente anche una riduzione dei posti di lavoro. Sebbene La Posta affermi di voler evitare licenziamenti attraverso la formazione e la ricollocazione del personale, dei tagli appaiono come inevitabili e verosimilmente finiranno per colpire in modo particolare le comunità più piccole o periferiche, dove le opportunità di reimpiego già sono scarse.
È dunque imperativo che La Posta avvii un dialogo trasparente e inclusivo con le comunità locali, i Comuni e le Associazioni che rappresentano i vari interessi presenti nella società per trovare soluzioni che considerino anche le esigenze specifiche delle componenti sociali più fragili ed esposte, come la popolazione anziana e quella residente nelle aree periferiche.
Nonostante la dichiarata volontà di esplorare alternative che mitighino l’impatto della chiusura di filiali (come l'introduzione di servizi mobili o la collaborazione con enti locali per garantire un livello minimo di accesso ai servizi), la riorganizzazione della rete postale – posto che essa
sia davvero inevitabile – dovrà essere affrontata con un approccio equilibrato.
Ciò comporta la capacità di considerare con attenzione e sensibilità non solo le esigenze economiche e tecnologiche, ma anche il benessere e l’inclusione sociale di tutta la popolazione, a tutela del diritto di ogni cittadino, in particolare degli anziani, di accedere a servizi essenziali.