Andrea Giudici, granconsigliere UDC
L’acquisto dello stabile Botta costerà 76 milioni di franchi oltre a ulteriori 6 milioni per la progettazione della ristrutturazione all’adeguamento logistico e per lo studio di fattibilità e progettazione, quindi oltre 82 milioni di franchi. La ristrutturazione dello stabile Botta comporterà un ulteriore investimento di 55 milioni di franchi per la ristrutturazione e l’adeguamento degli spazi interni. Per lo stabile Botta, quindi, si avrà un costo complessivo di 137 milioni di franchi.
Oltre a ciò, occorrerà aggiungere 5 milioni per la ristrutturazione dello stabile in Via Bossi sede della Pretura di Lugano e 83 milioni per la totale ristrutturazione della sede del Ministero pubblico. L’operazione complessiva della Cittadella della giustizia raggiungerà quindi un importo ragguardevole di 225 milioni che potrà lievitare, come ammesso dal messaggio del Consiglio di Stato, con sforamenti in corso d’opera del preventivo fino al 25% del costo totale, arrivando potenzialmente a oltre 280 milioni. La cittadella della giustizia non sarà pronta comunque prima del 2030 (i primi 2 anni dopo l’acquisto la banca resterà nello stabile).
Nel 2019 i costi di gestione e amministrazione ordinaria dello stabile Botta ex Banca del Gottardo ammontavano a 2,7 milioni annui vale a dire che vi saranno oltre 80 milioni di costi di gestione a carico dello Stato per i prossimi 30 anni.
L’operazione complessiva è troppo onerosa in un momento in cui il Cantone versa in gravi difficoltà finanziarie, basti pensare che il consuntivo 2023 presenta un deficit di oltre 121 milioni di franchi e gli anni futuri si prospettano dolorosi con tagli previsti in molti altri settori dello Stato dalla socialità (sussidi cassa malati) alla formazione agli anziani.
I costi di acquisto dello stabile sono troppo elevati, d’altronde dall’estate del 2016 quando iniziarono le discussioni e le prime trattative con la banca od oggi nessun altro interessato si è fatto avanti per acquistare l’immobile a queste condizioni. Un ampio margine di manovra con la banca per negoziare un prezzo d’acquisto migliore sarebbe stato auspicabile.
Rinunciando all’acquisto dello stabile EFG si potrebbe investire in risorse umane potenziando l’apparato giudiziario che da anni è in difficoltà con ripercussioni e gravi ritardi nell’evasione delle pratiche.
Inoltre, con la prospettata digitalizzazione della giustizia “Justizia 4.0”, che entrerà in vigore fra pochi anni (2026/2027), non si avrà più la necessità di disporre di spazi così ampi per esercitare l’attività giudiziaria. Quindi risulta essere fuori luogo optare per delle scelte logistiche così importanti.
Che la giustizia penale debba essere a Lugano nessuno lo mette in discussione, anche se una centralizzazione totale (ministero pubblico, tribunale penale cantonale, corte d’appello e revisione penale, oggi a Locarno, e pretura penale, oggi a Bellinzona) nello stabile EFG non rappresenta la soluzione ideale.
Per tutti questi motivi auspico la bocciatura, il prossimo 9 giugno, dei crediti richiesti per l’acquisto dello stabile EFG