Cerca e trova immobili

LUGANOOspedale Civico, un'ondata di calore nel cuore dell'assistenza sanitaria luganese

23.08.24 - 07:33
Graziano Besana
Graziano Besana, AVANTI con Ticino&Lavoro
Fonte Besana
Ospedale Civico, un'ondata di calore nel cuore dell'assistenza sanitaria luganese
Graziano Besana

LUGANO - Un paio di giorni fa ho letto l’articolo del signor Onderka riguardo il calore percepito all’interno dell’ospedale Civico di Lugano durante la canicola. Avendo trascorso il periodo in questione al suo interno, la replica del direttore a TIO mi ha lasciato la stessa sensazione di quando uscivo da una delle famigerate stanze surriscaldate del suo ospedale, sudato, a disagio e con più domande che risposte.

Il direttore menziona che le temperature all'interno del Civico rispettano i parametri legali, come se il semplice rispetto del minimo indispensabile fosse sinonimo di comfort e sollievo per i pazienti. È ammirevole che egli abbia spuntato tutte le caselle normative, ma non posso fare a meno di chiedermi se in quelle caselle sia compreso anche il buon senso ed il fatto che la torre è colpita inesorabilmente ed ininterrottamente dal sole dalla mattina alla sera. Durante le mie visite giornaliere, non ho solo percepito il caldo, ma ci ho vissuto dentro assieme a coloro che erano ricoverati o ci lavoravano. Qualora ci fosse un fondo di verità nell’affermazione che dei grossi ventilatori sono disposti sui piani centrali, allora devono essere invisibili oppure sono timidi al punto tale che funzionano solo quando nessuno li guarda. Il fatto stesso che questi fantomatici ventilatori siano stati posizionati da qualche parte non fa altro che confermare il fatto che la direzione è a conoscenza dell’esistenza di un problema nella gestione della temperatura all’interno dell’ospedale, ma verosimilmente non lo sta affrontando correttamente.

Riguardo all’ottimo lavoro svolto da questi grandi ventilatori, temo di essermi perso questo particolare miracolo. In realtà quello che ho visto, era il personale del piano barricato nel minuscolo ufficio a loro adibito, in cerca del refrigerio fornito da un miserabile ed economico condizionatore portatile. È davvero toccante e triste vedere il personale dover lavorare in queste condizioni e mi chiedo perché si debba ricorrere a ciò in una struttura che dovrebbe rispettare tutti gli standard richiesti. Tra l’altro qualche lettore si starà giustamente chiedendo quale speranza abbiano avuto i pazienti solo con i ventilatori portati da casa. La risposta è facile: nessuna!

Serve a poco menzionare solo due segnalazioni di calore eccessivo nelle ultime tre settimane, ma piuttosto è lecito porsi la domanda se l’ufficio del direttore sia munito di aria condizionata e se lui sia mai uscito in visita ai piani durante la canicola, chiedendo ai pazienti ed al personale se stavano patendo il caldo.

Invece di continuare a “cantarsela e suonarsela”, dandosi pacche sulle spalle, sarebbe forse il caso di cominciare ad inviare sistematicamente un semplice sondaggio ai pazienti dimessi e già che ci siamo, anche al personale. È molto probabile che i riscontri sarebbero illuminanti ed istruttivi per il direttore e anche per i suoi superiori.

Riguardo ai piani futuri per migliorare la struttura, è confortante sapere che tra circa un decennio il Civico potrebbe finalmente essere attrezzato per affrontare la canicola. Nel frattempo, però, l’EOC potrebbe per favore risparmiare una sgradevole esperienza a coloro che già si trovano a combattere una malattia? Un ospedale dovrebbe essere un luogo di cura, non un luogo dove dover sudare anche le ultime briciole di pazienza.

Chissà se alla prossima canicola sarà già possibile vedere miglioramenti reali e tangibili al Civico. Fino ad allora, cari pazienti, tenete il vostro ventilatore a portata di mano, non si sa mai.

Graziano Besana, Lugano.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE