Stefano Dias, presidente Verdi Liberali Ticino
Il prossimo 22 settembre voteremo sulla riforma del secondo pilastro. Questa riforma serve a stabilizzare il secondo pilastro e garantirne il futuro. La riforma prevede tre misure principali. Innanzitutto, si potenzia il processo di risparmio del capitale in cassa pensione tramite una nuova scala di accrediti di vecchiaia (9% da 25 a 44 anni e 14% da 45 a 65 anni) e l’adeguamento della quota di coordinamento al 20% del salario AVS. Questo andrà a favore in particolar modo dei salari bassi e di chi lavora a tempo parziale. Concretamente, un salario di 40'000 franchi all’anno verrà assicurato in futuro per 32'000 franchi, anziché i soli 14'275 della situazione attuale, a evidente favore della rispettiva rendita futura. Va da sé che molte donne, la cui maggioranza lavora a tempo parziale, ne beneficerà ampiamente. La seconda misura prevede l’adeguamento del tasso di conversione minimo al 6%. Questa misura è largamente compensata dall’aumento del processo di risparmio e toccherà in ogni modo meno del 15% delle persone attive, perché nella maggior parte dei casi il tasso di conversione medio è già oggi inferiore al minimo legale in funzione di un piano pensionistico sovraobbligatorio. Inoltre, la riforma prevede dei generosi supplementi sulla rendita per la generazione di transizione dai 50 anni in quanto non potranno beneficiare pienamente del nuovo processo di risparmio potenziato. Importante infine, le rendite attualmente in corso non verranno toccate.
Sindacalisti e partiti di sinistra si oppongono a questa riforma, con una campagna che fornisce numeri manipolati (vedi caso proparis) ma soprattutto dimostrando una palese incoerenza di fondo. Lo scorso 9 giugno si sono schierati a favore della riforma della cassa pensione del Canton Ticino IPCT (anche il nostro partito dei verdi liberali era favorevole). La modifica votata a giugno prevedeva proprio un aumento del processo di risparmio a fronte di una diminuzione del tasso di conversione. L’OCST* scriveva a maggio che “la riduzione progressiva del tasso di conversione dal 6,17% al 5,25% è necessaria per garantire la stabilità finanziaria dell’IPCT, a causa dell’aumento della speranza di vita e della diminuzione dei rendimenti degli investimenti.” La riforma della LPP serve a stabilizzare il secondo pilastro in tutta la Svizzera per le stesse ragioni. Che incoerenza dire di NO adesso a una riforma che ha gli stessi obiettivi, oltretutto a favore di chi è assicurato in base al minimo legale e quindi su un livello di prestazioni inferiore! Chi ha sostenuto il salvataggio della cassa pensione dello Stato del Cantone Ticino non può che sostenere a gran voce anche la riforma della LPP.
Invito quindi tutti a votare un chiaro SÌ alla riforma il prossimo 22 settembre. C’è ancora tempo per tornare sulla strada giusta e recuperare quella coerenza che permetterà di assicurare la stabilità futura del nostro sistema previdenziale dei 3 pilastri e migliorare le pensioni future di molte donne. Dopo 20 anni dall’ultima riforma ce n’è bisogno!