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STEFANO DIASRiforma della LPP: l’incoerenza dei contrari

27.08.24 - 10:20
Stefano Dias, presidente Verdi Liberali Ticino
Stefano Dias
Fonte Stefano Dias
Riforma della LPP: l’incoerenza dei contrari
Stefano Dias, presidente Verdi Liberali Ticino

Il prossimo 22 settembre voteremo sulla riforma del secondo pilastro. Questa riforma serve a stabilizzare il secondo pilastro e garantirne il futuro. La riforma prevede tre misure principali. Innanzitutto, si potenzia il processo di risparmio del capitale in cassa pensione tramite una nuova scala di accrediti di vecchiaia (9% da 25 a 44 anni e 14% da 45 a 65 anni) e l’adeguamento della quota di coordinamento al 20% del salario AVS. Questo andrà a favore in particolar modo dei salari bassi e di chi lavora a tempo parziale. Concretamente, un salario di 40'000 franchi all’anno verrà assicurato in futuro per 32'000 franchi, anziché i soli 14'275 della situazione attuale, a evidente favore della rispettiva rendita futura. Va da sé che molte donne, la cui maggioranza lavora a tempo parziale, ne beneficerà ampiamente. La seconda misura prevede l’adeguamento del tasso di conversione minimo al 6%. Questa misura è largamente compensata dall’aumento del processo di risparmio e toccherà in ogni modo meno del 15% delle persone attive, perché nella maggior parte dei casi il tasso di conversione medio è già oggi inferiore al minimo legale in funzione di un piano pensionistico sovraobbligatorio. Inoltre, la riforma prevede dei generosi supplementi sulla rendita per la generazione di transizione dai 50 anni in quanto non potranno beneficiare pienamente del nuovo processo di risparmio potenziato. Importante infine, le rendite attualmente in corso non verranno toccate.

Sindacalisti e partiti di sinistra si oppongono a questa riforma, con una campagna che fornisce numeri manipolati (vedi caso proparis) ma soprattutto dimostrando una palese incoerenza di fondo. Lo scorso 9 giugno si sono schierati a favore della riforma della cassa pensione del Canton Ticino IPCT (anche il nostro partito dei verdi liberali era favorevole). La modifica votata a giugno prevedeva proprio un aumento del processo di risparmio a fronte di una diminuzione del tasso di conversione. L’OCST* scriveva a maggio che “la riduzione progressiva del tasso di conversione dal 6,17% al 5,25% è necessaria per garantire la stabilità finanziaria dell’IPCT, a causa dell’aumento della speranza di vita e della diminuzione dei rendimenti degli investimenti.” La riforma della LPP serve a stabilizzare il secondo pilastro in tutta la Svizzera per le stesse ragioni. Che incoerenza dire di NO adesso a una riforma che ha gli stessi obiettivi, oltretutto a favore di chi è assicurato in base al minimo legale e quindi su un livello di prestazioni inferiore! Chi ha sostenuto il salvataggio della cassa pensione dello Stato del Cantone Ticino non può che sostenere a gran voce anche la riforma della LPP.

Invito quindi tutti a votare un chiaro SÌ alla riforma il prossimo 22 settembre. C’è ancora tempo per tornare sulla strada giusta e recuperare quella coerenza che permetterà di assicurare la stabilità futura del nostro sistema previdenziale dei 3 pilastri e migliorare le pensioni future di molte donne. Dopo 20 anni dall’ultima riforma ce n’è bisogno!

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COMMENTI
 

chivas 2 sett fa su tio
Risposta a Mario Bianchi, sono sulla tua stessa lunghezza d'onda. Se poi dovessi ascoltare i Verdi, mi metto le mani nei capelli. Persone che rappresentano un partito inutile che si vanta di salvare il pianeta. Cominciassero a salvare quei poveri Svizzero che non arrivano alla fine del mese. Basta baggianate da questi tipi pseudo ambientalisti. Vadano a lavorare come hanno fatto molte persone prima di loro, che non andavano in giro a raccontare frottole.

Mario Bianchi 2 sett fa su tio
Se vuoi possiamo parlare dell'incoerenza dei verdi. C'era un tempo in cui eravate a favore del reddito di base incondizionato (2'500.- franchi a testa al mese). Ora siete a favore di qualcosa che toglierebbe ulteriori soldi a chi ne ha già pochi per cifre ridicole una volta in pensione che non bastano nemmeno per vivere da poveri (sic!). Se questo è il meglio che la politica ha da offire, allora forse è tempo di iniziare a manifestare in modo massiccio contro un sistema socio-economico che probabilmente è marcio alla radice (guardando quanto guadagnano i CEO in Svizzera!). Il progresso dovrebbe portarci a lavorare sempre meno, fino ad arrivare al punto in cui potremmo decidere se lavorare o meno, ma per come è concepito il sistema, le cose purtroppo non possono che degenerare (con fenomeni ben noti come ad esempio il capitalismo limbico, l'obsolescenza programmata, lo scarto degli eccessi, ecc.). Non c'è da sorprendersi se sempre più gente parla di decrescita come qualcosa di strettamente necessario, se non si vuole puntare sul progesso in modo veramente serio fino ad arrivare a non lavorare più del tutto come umanità.
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