Verdi del Ticino
Oggi in conferenza stampa il gruppo parlamentare Verde ha presentato la declinazione del proprio programma di legislatura per quanto riguarda la politica energetica e climatica. I Verdi chiedono un’indipendenza energetica e neutralità climatica già entro il 2040 tramite più energia solare, meno consumi, più stoccaggio. Questo sarà possibile con tutta una serie di proposte presentate. Per Verdi Ticino sarà anche fondamentale avere delle strategie di adattamento al cambiamento climatico più incisive.
La legislatura 2023-2027 sta entrando nel vivo anche per quanto riguarda i temi di politica energetica e climatica. Diversi messaggi sono ora sui banchi del Gran Consiglio, tra cui anche quello riguardante il nuovo PECC[1] (piano energetico e climatico cantonale), il messaggio sul credito quadro per la decarbonizzazione e il messaggio sul fondo FER. Secondo il movimento ecologista l’estate appena trascorsa ha dato di nuovo qualche importante assaggio del preoccupante mutamento climatico in corso: gli eventi estremi stanno diventando sempre più intensi. Per le Verdi e i Verdi è quindi fondamentale avere a disposizione una politica energetica e climatica all’altezza della sfida epocale da affrontare.
“Come Verdi del Ticino salutiamo positivamente il fatto che il PECC abbia accolto la nostra proposta di estendere il Piano energetico alla componente climatica[2], sia in termini di riduzione delle emissioni di CO2 che di adattamento ai mutamenti climatici ormai inevitabili” spiega il capogruppo Verde in Gran Consiglio Matteo Buzzi che prosegue: ”In linea con il piano climatico dei Verdi Svizzeri condividiamo anche l’obiettivo del Governo di una società rinnovabile al 100% e un Ticino climaticamente neutrale, tuttavia riteniamo la data del 2050 eccessivamente conservativa, essa andrebbe anticipata al 2040”. Questo anche per tener presente con la giusta equità la responsabilità storica dei paesi occidentali industrializzati nelle emissioni climalteranti accumulate finora. “Come Verdi del Ticino proponiamo quindi di anticipare tutti gli obiettivi del PECC al 2040. Inoltre chiediamo maggiore ambizione nell'aumento della produzione solare fotovoltaica, della produzione di calore dall'ambiente e nella riduzione dei consumi e così contribuire a ridurre o addirittura ad azzerare il deficit energetico invernale ed evitare importazioni.”
“Come Verdi riteniamo inoltre che nel nuovo PECC vi sia una tendenza a sottostimare il potenziale di crescita del solare fotovoltaico come pure di altri sviluppi tecnologici e i notevoli vantaggi economici che queste misure portano a famiglie, aziende e all’economia in generale” prosegue Buzzi. A fronte di un potenziale del solare fotovoltaico compreso tra 3200 e 3400 GWh I Verdi propongono di raggiungere, nel 2040, 1600 GWh e, nel 2050, 2450 GWh, rispetto ai soli 1500 GWh previsti nel PECC. Per quanto riguarda i consumi le Verdi e i Verdi ritengono che si possano ridurre ulteriormente rispetto a quanto prevede già il PECC: questo dovrebbe avvenire soprattutto nel settore degli edifici (maggiore quota di edifici di classe A) e nella mobilità (mobilità maggiormente orientata verso quella collettiva e dolce).
Per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici prefissati il gruppo parlamentare ha presentato una serie di articolate proposte sia per prevedere ulteriori finanziamenti che per introdurre nuovi strumenti per velocizzare la transizione energetica. Il tutto è o sarà concretizzato con emendamenti, rapporti di minoranza, mozioni (4 nuove sono state presentate), iniziative parlamentari o interrogazioni:
Infine per quanto concerne l’adattamento ai mutamenti climatici il PECC presenta ancora poche misure concrete. Sarà fondamentale sin da subito prevedere degli interventi importanti sia a livello di adattamento che di prevenzione. I Verdi hanno già presentato a inizio estate con una mozione la loro proposta di fondo calamità per facilitare l’adattamento ai mutamenti climatici in corso[3]. Nei prossimi mesi presenteranno ulteriori proposte concrete.