Fabio Regazzi e Marco Chiesa, Consiglieri agli Stati.
Come alla vigilia di qualunque votazione in Svizzera, legittimamente favorevoli e contrari battagliano con gli argomenti – a volte un po’ tirati per i capelli – per convincere i cittadini a recarsi alle urne approvando o rifiutando un determinato oggetto. Non fa eccezione il voto sul finanziamento uniforme in materia sanitaria, che per quanto possa sembrare nuovo e complesso, è stato oggetto di lavori in Parlamento per ben 15 anni (!). E ora i destini di questa riforma si giocano in poche settimane.
È però particolare come proprio le cerchie che più si indignano e gridano all’ingiustizia al momento della comunicazione dei premi (e dei relativi aumenti!) di cassa malati in autunno, ora siano al fronte a combattere la prima vera riforma nella sanità, per mantenere uno status quo che da anni è chiaro a tutti non essere più sostenibile.
Eppure, studi e approfondimenti alla mano, il potenziale di risparmio nella sanità attraverso il finanziamento uniforme è indiscutibile: il solo favorire sempre di più le cure ambulatoriali rispetto alle degenze ospedaliere viene stimato con un risparmio tra gli 1,5 e i 3 miliardi di franchi all’anno. Non sono noccioline.
Ma c’è un altro meccanismo attraverso il quale il cittadino – e quello ticinese più di altri cantoni – verrebbe (finalmente) sgravato sui premi. Attualmente le cure ambulatoriali vengono rimborsate esclusivamente dalle casse malati e dunque dai nostri premi, mentre quelle con un soggiorno in ospedale vengono cofinanziate per il 55% dai cantoni. Logicamente in questa situazione i cittadini dei cantoni in cui la quota di interventi ambulatoriale è sopra la media… sono chiamati a pagare premi di cassa malati superiori. Dal momento che il nostro cantone effettua più interventi ambulatoriali rispetto ad altri, ecco trovata una delle ragioni dei premi in Ticino superiori alla media.
Il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie propone di finanziare tutte le prestazioni con una partecipazione dei cantoni del 24% e delle casse malati del 76%. I cittadini dei cantoni con una quota di interventi in day hospital tendenzialmente alta verranno sgravati sui premi al momento dell’introduzione della riforma per complessivamente 400 milioni di franchi.
Opporsi al finanziamento uniforme è certamente legittimo. Ma in caso di fallimento di questa riforma i contrari non potranno più invocare ingiustizie e complotti al prossimo aumento dei premi. Saranno corresponsabili, dopo 15 anni del ritorno alla casella di partenza. Al contrario, un sì al finanziamento uniforme il 24 novembre permetterebbe subito un risparmio di quasi 80 milioni ai tartassati pagatori di premi ticinesi a cui se ne aggiungerebbero molti altri grazie allo spostamento verso le cure ambulatoriali. A noi sembra ovvio che sia un’opportunità da non perdere. Per questo vi invitiamo a votare Sì a questa riforma il prossimo 24 novembre!