Verdi del Locarnese
I e le Verdi del Locarnese hanno inoltrato alle autorità le loro osservazioni sul programma d’agglomerato del Locarnese di quinta generazione (PALoc5). Pur condividendone l’orientamento, i Verdi del Locarnese ribadiscono alcune critiche metodologiche formulate già in occasione del PALoc4 e propongono ulteriori misure.
Per quanto riguarda la mobilità, i Verdi del Locarnese lamentano un utilizzo di premesse discutibili e di obiettivi poco ambiziosi. Considerare come dato acquisito un’ulteriore crescita del traffico individuale motorizzato rappresenta una base di partenza insostenibile, considerato che c’è poco margine di manovra per ampliare ulteriormente la rete stradale attuale (cf. anche il voto di domenica 24 novembre sull’ampliamento delle autostrade). Inoltre mirare ad una ripartizione modale nel 2040 con solo il 46% di trasporto pubblico e mobilità lenta vuol dire avere un concetto di mobilità sostenibile alquanto distorto.
Questo assunto si traduce in una mancanza di obiettivi precisi e vincolanti per la riduzione del traffico motorizzato individuale tramite ad esempio una pianificazione e riduzione dei parcheggi: più volte viene evocata la possibilità di creare delle strutture interrate per i parcheggi, mentre la questione dei posteggi residenziali di competenza comunale (categoria di gran lunga più importante e in costante crescita) viene ignorata. Non vengono così utilizzate due leve fondamentali per ridurre il traffico motorizzato individuale.
I e le Verdi del Locarnese salutano invece positivamente il generale potenziamento del trasporto pubblico, pur sottolineando le criticità puntuali che rimangono a livello qualitativo per quanto concerne la capillarità dell’offerta e la frequenza. C’è quindi ancora ampio margine di manovra per aumentare l’attrattiva del trasporto pubblico in particolare durante le ore serali così come durante la stagione turistica, mentre le valli e le zone collinari andrebbero meglio servite (collegamento delle alte Centovalli dopo le 19.20, o l’introduzione di un trasporto complementare su chiamata, sul modello del “Verzasca Mobile”, per fare due esempi). Infine, per quanto riguarda il traffico transfrontaliero, il futuro collegamento bus tra Locarno e Intra-Pallanza è sicuramente una novità interessante. Gli ecologisti si chiedono coma mai il discorso non è stato ampliato anche al flusso transfrontaliero in arrivo dalla Val Vigezzo.
Per quanto riguarda la mobilità lenta, i e le Verdi del Locarnese apprezzano l’attenzione rivolta agli spostamenti utilitari, ma chiedono alle autorità di abbandonare la logica ciclopedonale e di ridurre la frammentazione dei percorsi: per garantire una migliore fluidità e più sicurezza a tutti gli utenti (vedasi es. al numero sempre crescente di bici elettriche in circolazione), è assolutamente necessario disporre ovunque di infrastrutture distinte tra pedoni e ciclisti. A livello puntuale, i Verdi del Locarnese lamentano – come già in occasione del PALoc di quarta generazione – che su bus FART a lunga percorrenza e sulle linee dove vi sia un dislivello importante, il trasporto di biciclette non sia stato potenziato. Infine, non possono che segnalare nuovamente grande insoddisfazione per la situazione presso il lungolago di Muralto e lungo Via Simen a Minusio che si trascinano ormai da più di 15 anni.
In merito alle misure dedicate agli insediamenti e al paesaggio, i e le Verdi del Locarnese reiterano – come già fatto in occasione del PALoc4 – la critica sull’assenza di misure incisive per bloccare la speculazione edilizia. Nel programma d’agglomerato viene evocata la possibilità di “incentivare l’utilizzo delle riserve insediative per un uso commerciale e residenziale”, quando invece bisognerebbe procedere con una pianificazione territoriale chiara, facendo una valutazione complessiva delle zone edificabili sull’intero agglomerato che sia basata sui bisogni abitativi attuali e futuri. Sempre a livello di insediamenti, se è vero che si parla della volontà di promuovere la residenza primaria per diverse fasce di popolazione, non si parla abbastanza delle agevolazioni che l’ente pubblico potrebbe proporre per alloggi di utilità pubblica per residenti e di necessarie limitazioni delle residenze secondarie. Infine il problema delle isole di calore è importante; si constatano però generalmente solo delle misure vaghe e non ancora vincolanti a livello dei PR comunali (zona minima lasciata a verde, caratteristiche spugna obbligatorie, alberatura ad alto fusto minima…). Infine, per quanto riguarda la vivibilità dei quartieri, i e le Verdi del Locarnese ribadiscono che le zone 30 km/h o il limite 30 km/h dovrebbero essere estese non solo alle strade di quartiere ma anche ad alcune strade di attraversamento o di raccolta.