Christian Fini - vicepresidente LEA-PLRT, Marzio Mazzoleni - membro comitato LEA-PLRT
La recente apertura del Consiglio federale alla creazione di nuove centrali nucleari rappresenta un passo importante per la Svizzera, che oggi si trova in una posizione di forte dipendenza estera a livello energetico. Il nostro Paese importa infatti gran parte dell’energia di cui necessita, esponendosi ai rischi legati alle fluttuazioni di mercato, alle crisi geopolitiche e alla disponibilità di risorse esterne. In questo contesto, l’apertura - da parte della Berna federale - all’energia nucleare di nuova generazione potrebbe costituire una soluzione sostenibile e lungimirante.
Gli impianti di nuova generazione infatti offrono numerosi vantaggi rispetto a quelli tradizionali. Sono progettati per essere più sicuri, con sistemi che riducono significativamente il rischio di incidenti e la produzione di scorie radioattive. Inoltre, garantiscono una maggiore efficienza energetica e possono essere integrati con tecnologie avanzate per il riciclo e la gestione dei rifiuti nucleari, minimizzando l’impatto ambientale.
Insieme al nucleare, altre soluzioni innovative potrebbero giocare un ruolo chiave per garantire l’approvvigionamento energetico del nostro Paese. Ad esempio, i pannelli solari installati in alta montagna, grazie al maggiore irradiamento solare a quelle altitudini, possono offrire una produzione di energia rinnovabile particolarmente efficiente e costante durante tutto l’anno. Allo stesso modo, le micro centrali elettriche nei boschi, sfruttando risorse idriche locali e salvaguardando la flora e la fauna, rappresentano un’opportunità per produrre energia su scala ridotta ma sostenibile, rafforzando ulteriormente l’autonomia energetica svizzera.
Con impianti di nuova generazione costruiti sul territorio nazionale e un mix energetico diversificato, la Svizzera potrebbe combinare queste soluzioni innovative, garantendo un approvvigionamento sostenibile ed equilibrato.
Non si può inoltre ignorare il ruolo che il nucleare potrebbe svolgere nella lotta contro i cambiamenti climatici. L’energia nucleare è una delle poche fonti in grado di produrre grandi quantità di elettricità senza emissioni dirette di gas serra. In combinazione con lo sviluppo delle rinnovabili, come i pannelli solari e le micro centrali, il nuovo nucleare potrebbe accelerare la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali e internazionali.
Ovviamente, la decisione di investire in questi scenari richiede una riflessione approfondita e il coinvolgimento della popolazione. È essenziale garantire che gli impianti siano costruiti e gestiti con i più alti standard di sicurezza, e che vi sia trasparenza nella comunicazione dei rischi e dei benefici. Tuttavia, alla luce dei progressi tecnologici e della necessità di rafforzare la produzione energetica indigena, questo è uno scenario che la Svizzera non può permettersi di ignorare.
Di Nucleare si discuterà durante il dibattito pubblico “Nucleare sostenibile?” organizzato dall’associazione LEA del PLRT il prossimo 23 gennaio a Tesserete, che vedrà come relatori e relatrici: il presidente di AET Giovanni Leonardi, il presidente di AITI Oliviero Pesenti, l’imprenditore Rocco Cattaneo, il coordinatore del WWF Francesco Maggi e la granconsigliera Cristina Zanini Barzaghi.
Christian Fini - vicepresidente LEA-PLRT
Marzio Mazzoleni - membro comitato LEA-PLRT