Pure Dimitrov, Coric, Troicki e Groh (e quanti altri?) contagiati dopo aver partecipato al torneo di Novak.
Il numero uno al mondo ha fatto il pieno di critiche.
BELGRADO - Il tempo dei complimenti è passato e forse tornerà in futuro. Per il momento Nole Djokovic sta facendo - comprensibilmente - solo il pieno di critiche. E questo ancor di più dopo essere risultato positivo (come la moglie Jelena) al test per il coronavirus.
Il serbo era finito nell’occhio del ciclone per l’improvvida idea di far disputare il suo Adria Tour nonostante la delicatissima situazione sanitaria mondiale. Quando poi le preoccupazioni della vigilia si sono trasformate in scomodissima realtà, ecco che i detrattori di Nole hanno alzato la voce.
Non poteva d’altronde essere così tenuto conto che, oltre appunto al numero uno al mondo, dopo la tappa di Belgrado della kermesse ben tre giocatori (Grigor Dimitrov, Borna Coric e Viktor Troicki) e un allenatore (Chris Groh) sono risultati positivi al Covid-19.
Il serbo ha sottolineato di aver rispettato, con l’organizzazione, le misure sanitarie previste nei paesi visitati. Le immagini di feste in discoteca, contorno alla manifestazione, hanno però innervosito anche quelli che per Djokovic nutrono una vera e propria ammirazione. Come Riccardo Piatti, che ha inchiodato il campione serbo con un eloquente: «Novak è il numero 1 del mondo e deve dare l’esempio, mi dispiace ma così non va bene». E mentre i “negativi” Cilic e Rublev si sono messi in autoisolamento, altri non hanno evitato di mostrarsi contrariati. Come Andy Roddick, che ha postato il sibillino «A quanto pare c’è una pandemia», o il mai banale Nick Kyrgios: «L’esibizione è stata un’idea da stupidi - ha attaccato l’australiano - Auguro a tutti una pronta guarigione ma questo è quel che accade quando non si rispettano i protocolli».