Il tennis trema e Nole, ideatore dell'Adria Tour, finisce sotto accusa: «Un cattivo esempio»
BELGRADO - «Ho fatto il test e sono positivo al virus, così come mia moglie Jelena», con queste parole Novak Djokovic, ideatore dell'Adria Tour - evento che si è svolto senza restrizioni e con il pubblico sugli spalti - ha scatenato un terremoto nel mondo del tennis. Finita malamente dopo la positività di Dimitrov - al quale si sono rapidamente aggiunte quelle di Coric, Troicki e altri protagonisti - l'esibizione ha suscitato fin dall'inizio un vortice di polemiche, che ora sono destinate a diventare ancora più feroci.
Noto per le sue posizioni “no-vax”, Djokovic - sotto accusa anche per una festa in discoteca insieme a Thiem, Dimitrov e Zverev - ha commesso un autogol che rischia anche di minare anche la sua immagine. «Non credo che avrebbe dovuto tenere una festa tra giocatori e ballare l'uno sull'altro: Djokovic dovrebbe sentirsi responsabile del suo evento e di quello che è accaduto», ha commentato il tennista britannico Daniel Evans. «Quel che si è visto è stato un cattivo esempio, anche se le linee guida in quel paese non prevedono un distanziamento di due metri. Questa situazione non è uno scherzo, c'è stato un totale disprezzo».
Evans volge poi lo sguardo sulla graduale ripresa dei tornei Atp. «È davvero un peccato che questi giocatori si siano infettati. Spero che non ci siano ripensamenti ora sugli US Open a causa di questi eventi sfortunati». Ricordiamo che lo Slam statunitense è attualmente in agenda a fine agosto.