Sponsor e aziende spingono: la parola "Redskins" è considerata offensiva nei confronti degli indiani d'America
I Washington Redskins devono cambiare nome. La lista di sponsor e aziende che chiede il cambio alla squadra di football americano si allunga: l'ultimo colosso in ordine temporale a far sentire la sua voce è FedEx. Lo fa con un comunicato stringato: «Abbiamo reso noto alla squadra di Washington la nostra richiesta per il cambio di nome», dice FedEx, che ha il controllo dei diritti sul nome dello stadio della squadra fino al 2026 nell'ambito di un accordo da 205 milioni di dollari firmato nel 1999. L'amministratore delegato di FedEx, Frederick Smith, è anche un azionista della squadra di football.
La controversia sul nome Redskins, cioè pellirosse, va avanti da anni e si è riaccesa di fronte alla nuova ondata di proteste contro il razzismo e di richieste sempre più pressanti alle società per sposare la causa dell'inclusione e della diversità. Redskins è considerato offensivo nei confronti degli indiani d'America, così come il suo logo. Barack Obama si era detto favorevole a un cambio del nome della squadra: «Se fossi il proprietario ci rifletterei», aveva detto nel 2013. Ma il proprietario, Daniel Snyder, ha sempre respinto l'idea di un cambio appoggiato dai tifosi.
L'uscita allo scoperto di FedEx arriva mentre Donald Trump si appresta a visitare Mount Rushmore, in South Dakota, fra le proteste dei nativi americani che considerano l'area sacra e il monumento uno scandalo da abbattere.