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AIROLOEcco cosa disse dieci anni fa: «La velocità? Mi è sempre piaciuta, incoscienza di gioventù»

22.11.20 - 19:30
Da Airolo alla conquista del mondo, poi a 25 anni lo stop alla carriera.
TiPress
Ecco cosa disse dieci anni fa: «La velocità? Mi è sempre piaciuta, incoscienza di gioventù»
Da Airolo alla conquista del mondo, poi a 25 anni lo stop alla carriera.
«È arrivato un momento in cui ho iniziato a calcolare il rischio».
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AIROLO - Lo sport ticinese ha perso una grande campionessa. Doris De Agostini, vera e propria scheggia in discesa, si è spenta all'età di 62 anni.  Medaglia di bronzo ai campionati del mondo di discesa libera a Garmisch nel 1978. Vincitrice della Coppa del Mondo di specialità nel 1983, anno in cui è stata pure nominata atleta svizzera dell'anno. 19 podi in carriera di cui otto successi individuali. Insomma numeri davvero importanti per l'airolese, numeri che avevano fatto sognare tutti gli appassionati ticinesi. I ripidi pendii non le facevano paura, anzi. Quando vedeva i "muri" innevati era proprio lì che Doris si lasciava andare senza pensare a nulla. Erano i suoi sci che "cantavano"...

Intervistata dieci anni fa "Glamilla Comunicazione" ecco quelle che erano le sue idee in merito alle Olimpiadi. «L'importante è partecipare? Quest’affermazione è diventata ormai una cosa romantica, quasi fiabesca, perché guardando in faccia alla realtà ci si accorge di troppi interessi economici attorno allo sport ed è inevitabile quindi che ai Giochi si chieda una medaglia. È il massimo a cui uno sportivo può aspirare. Dal punto di vista del valore tecnico, però, vale di più vincere la Coppa del Mondo generale o di specialità perché è la somma di tutte le gare di un anno e rappresenta la continuità. Alle Olimpiadi ci sono troppi fattori casuali che possono influenzare l’andamento della competizione».

Ecco, invece, il suo pensiero in merito allo sci moderno, completamente diverso da ciò al quale era abituata lei: «Le gare sono diventate uno show e gli sportivi un veicolo pubblicitario per promuovere la data marca o il dato prodotto. Noi eravamo degli sportivi che restavano allo stato puro senza grandi sponsor». 

Perché la discesa e non le discipline tecniche? «A me la velocità è sempre piaciuta. Scoprire quanto potevo rischiare e quando il filo si poteva rompere, questa è l’incoscienza della gioventù. Ma poi è arrivato un momento in cui ho iniziato a calcolare il rischio e la mia decisione è stata di dire basta. Questo è tipico degli sport estremi».

 

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COMMENTI
 

Alex 3 anni fa su tio
Sportiva con la S maiuscola,donna e atleta di tempi perduti. Grazie di averci fatto sognare Doris!R.I.P. condoglianze alla famiglia

Dani/hcl 4 anni fa su tio
Si è fermato il tuo cuore ma non si è spento il tuo sorriso!! Ciao Doris
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