Il serbo si è espresso in merito allo sfogo che ha coinvolto Pospisil: «È un caro amico e sono solidale con lui».
MIAMI - Qualche giorno fa - Vasek Pospisil - si è sfogato in campo contro il giudice di sedia, in occasione del primo turno del Masters 1000 di Miami, per un "penalty point" subito sul 3-5, 15-40 contro Mackenzie McDonald.
Il tennista canadese stava per servire il quinto punto del game, quando è incappato in un secondo "warning", perdendo di conseguenza il punto (3-6). In quel momento al 30enne si è spento il lume della ragione: una racchetta spaccata, una pallina lanciata in aria e parole pesanti rivolte al giudice di sedia.
In seguito, sedutosi sulla sua "panchina", ha iniziato a inveire contro il presidente dell'Atp Andrea Gaudenzi. «Ieri mi ha urlato addosso per un'ora e mezza, perché stavo cercando di unire i giocatori. Il leader dell’ATP! Portamelo qui, portamelo qui quel cog***ne(...)», è stato questo a grandi linee lo sfogo di Pospisil, che più tardi- attraverso i social network - ha condannato il suo gesto, scusandosi.
Il giudice di linea aveva invitato il tennista a lasciare certe questioni fuori dal campo, ma non c'è stato niente da fare. L'atleta era psicologicamente turbato per l'accaduto e la tensione del match ha contribuito alla reazione scomposta. Lo screzio fra i due è dunque probabilmente nato a causa dei contrasti che ci sono - riguardanti la gestione della pandemia, i protocolli e l'organizzazione generale - fra l’ATP e la PTPA, l'associazione parallela di tennisti che Pospisil "dirige" insieme a Novak Djokovic. La PTPA non ha mai trovato un punto di incontro con il Players Council dell’Atp, in cui hanno un'influenza notevole Roger Federer e Rafael Nadal.
Nei confronti di Pospisil sono arrivati, sempre via social, diversi messaggi di solidarietà e fra questi spicca proprio quello di Djokovic: «Vasek Pospisil è un mio caro amico e sono solidale con lui con tutto il cuore», si può leggere. «I giocatori sono concordi sul fatto che è una persona della massima integrità e che ha a cuore il benessere dei suoi colleghi. Mi auguro che i tennisti professionisti riconoscano l’importanza di essere uniti».