Il 49enne di Rivera: «Mi piacerebbe che nel freestyle, a livello dirigenziale, ci fossero più donne».
Il ticinese è spesso in giro per il mondo ed è una sorta di supervisore delle gare a livello internazionale.
RIVERA - Da circa un anno e mezzo Andrea Rinaldi lavora per la FIS – Federazione Internazionale di Sci – dove ricopre la carica di “Freestyle World Cup Race Director”.
Il ticinese è dunque il direttore delle gare concernenti le discipline Moguls ed Aerials dello sci freestyle e si occupa di coordinare le mansioni di tutti i personaggi che ruotano attorno a un evento. «Nella fase preparatoria devo creare i calendari ufficiali della CdM, mantenere i contatti con gli organizzatori e con le federazioni nazionali in vista delle varie manifestazioni», è intervenuto il 49enne. «Durante l'estate mi occupo più che altro dell'ispezione delle piste e della preparazione delle gare, mentre in inverno controllo che tutto sia pronto e devo fare in modo che l'evento in questione funzioni al meglio. Oltre a questo ci sono dei lavori collaterali come la formazione dei giudici o dei delegati tecnici, così come i lavori sulla grafica televisiva. Sono una sorta di supervisore».
Il ticinese ha iniziato questa mansione il 1° aprile del 2020. «Non è stato per niente evidente immergermi in questa nuova realtà in piena pandemia. Avevo trovato l'accordo con la Federazione già nell'estate del 2019 e prima di cominciare ufficialmente ho preso parte a quattro gare di CdM in qualità di apprendista. In questo modo ho potuto prendere confidenza con il nuovo ambiente, facilitando il mio inserimento. Si tratta in ogni caso di un lavoro a 360 gradi ed è molto interessante. Oltre a poter mettere a disposizione l'esperienza accumulata negli anni, ho la possibilità di viaggiare e di conoscere nuove culture. La nostra CdM si svolge su quattro continenti, per cui mi ritengo fortunato a essere nel mondo del freestyle».
Quali sono i tuoi obiettivi? «Ho trovato un prodotto ben consolidato e ho quindi l’opportunità di inserire alcune novità. Mi piacerebbe portare il Dual Moguls alle Olimpiadi del 2026, così come migliorare il calendario – diventando un po' più “green” compatibili, evitando per esempio viaggi inutili – e anche la struttura. Vorrei che ci fosse più “equity gender” nel sistema, ovvero più donne, poiché nello sci in generale a livello dirigenziale è un mondo molto maschile. Sono degli obiettivi abbastanza filosofici generali per provare a dare un'impronta un po' diversa da quella vista finora».
Nella sua carriera Rinaldi ha accumulato esperienza in diversi ruoli: atleta, allenatore a tutti i livelli, delegato tecnico, organizzatore di eventi e anche dirigente. «Alla fine queste mansioni mi hanno permesso di diventare “Race Director” della Federazione Internazionale di Sci, un po' l'apice della mia carriera. Queste esperienze, unite a quelle conseguite in altri campi, mi danno dei buoni strumenti per portare avanti il mio lavoro. A livello professionale sono ingegnere informatico e sono stato anche per tanti anni docente alla Scuola Professionale per Sportivi d’Elite».
Nel corso degli anni questa disciplina ha preso sempre più piede. «In alcune regioni è ancora visto come uno sport minore, ma è interessante sapere che è molto in voga a livello globale. Ci sono infatti una trentina di Nazioni che si dilettano ad alto livello e in generale c'è molta competizione. È uno sport che richiede sacrifici, tanto allenamento e bisogna essere pronti psicologicamente. Le gare non durano molto tempo e in questi casi sono sempre i dettagli a fare la differenza».