Omicron spaventa le Olimpiadi. Terza dose "caldamente" raccomandata
Olimpiadi a rischio? «Pandemia e sport, in Cina si dicono pronti.
PECHINO - A Davos si sono arresi. Altrove invece continuano a programmare. A sperare.
Nelle prossime settimane saranno molti i tornei, le leghe, le kermesse costretti a fare i conti con l’ennesima ondata della pandemia. Tutti, al momento, hanno visto i loro programmi confermati. Tutti, però, stanno cominciando a tremare. È questo il caso, per esempio, degli Australian Open, ai quali - grazie alla stretta del Governo - potranno partecipare solo giocatori vaccinati. È questo il caso dei vari campionati in giro per il globo che, non raggruppando tutti gli atleti sotto lo stesso cielo, rischiano però “soltanto” di dover chiudere gli impianti e costringere gli spettatori a rimanere a casa. È questo il caso… delle Olimpiadi invernali in programma a Pechino.
All’appuntamento a cinque cerchi manca ancora un mese e mezzo ed è davvero difficile prevedere quale sarà la situazione sanitaria in Cina - e globale - in quel momento; essere nel pieno della stagione invernale non andrà in ogni caso in aiuto di organizzatori e sportivi. Nella terra del Dragone stanno comunque, per ora, mostrandosi sicuri. Sicuri della disputa dei Giochi e sicuri di essere in grado di contenere e controllare un possibile contagio.
«Attraverso il CIO abbiamo caldamente raccomandato a tutti i Comitati di far fare il richiamo del vaccino ai loro sportivi - ha raccontato Huang Chun, vice direttore generale dell'Ufficio per la prevenzione e il controllo delle pandemie del Comitato organizzatore delle Olimpiadi - Qualora però si verificasse un contagio una volta cominciate le gare, saremmo pronti. Ci dovessero essere degli atleti positivi, questi verrebbero sospesi dalla competizione e messi in isolamento in strutture dedicate. I sintomatici non sarebbero dimessi prima della scomparsa di ogni “problema” e della presentazione di due test negativi. Agli asintomatici basterebbe invece risultare negativi in due test effettuati in meno di 24 ore. Entrambi, qualora fosse possibile, potrebbero poi tornare a competere. Ma osservando determinate restrizioni».
Nonostante le rassicurazioni, d’accordo con il CIO i vari Comitati nazionali stanno in ogni caso monitorando con estrema attenzione la situazione. Gli interessi in ballo sono giganteschi e nessuno vuol pensare a un rinvio o una cancellazione dell’evento, è vero; lo stato di allerta è tuttavia massimo.