Strade sbarrate per il serbo? Parla Toni Nadal, zio di Rafa.
«Non ha altra scelta che fermarsi a riflettere».
MELBOURNE - A Novak Djokovic è stata messa la museruola. La recente decisione dell'Australia di dire no alla partecipazione del serbo al primo Major dell'anno, perché non vaccinato, potrebbe essere stata soltanto la prima di una lunga serie. E aprire scenari catastrofici per la carriera del numero 1 al mondo.
Sulla scia di ciò che è accaduto nella terra dei canguri, lunedì il ministro dello sport francese Roxana Maracineanu ci ha tenuto ad avvertire gli atleti che desiderano partecipare al Roland Garros (al via il prossimo 30 maggio): dovranno essere in possesso di un certificato di vaccinazione.
Un ulteriore ostacolo (per usare un eufemismo...) per il 34enne di Belgrado. «Nole ha un grande problema in questo momento - le parole di Toni Nadal (zio di Rafa) espresse ai microfoni di Onda Cero - Non ha altra scelta che fermarsi a riflettere e, perché no, cambiare le sue convinzioni. Speriamo che la pandemia passi il più in fretta possibile e le cose tornino alla normalità. Puoi avere le tue idee su un argomento, ma in un dato momento penso che una persona debba rivedere la sua posizione».