Il prossimo 3 settembre si terrà una breve conferenza a Sant'Antonino
Fra i tanti compiti dell'associazione, c'è quello importantissimo di aiutare i bambini con disturbi ad essere accolti in una società sportiva
SANT'ANTONINO - Il 3 settembre 2022, a partire dalle ore 14.15, presso la sala multiuso delle scuole elementari di Sant’Antonino, l’Associazione ADAT festeggerà i suoi cinque anni di fondazione con attività per i bambini e una breve conferenza sul disturbo del coordinamento motorio e sul deficit dell’attenzione con iperattività e lo sport.
Ma che cosa è ADAT e che cosa fa? ADAT, il cui acronimo è Associazione Dsa Adhd Ticino, si occupa di divulgare e migliorare le conoscenze sui DSA e l’ADHD presso i genitori e i docenti come pure di proporre incontri per famiglie e collaborazioni con enti cantonali o privati per migliorare la presa a carico dei bambini e dei ragazzi con questi disturbi. Due esempi sono il Convegno sui DSA e l’ADHD e il benessere scolastico e la loro qualità di vita, organizzato con il centro BESS della SUPSI lo scorso 1-2 ottobre o la mozione dei deputati Dadò e Fonio per la creazione di un gruppo di lavoro cantonale sull’ADHD e sui DSA a cui Adat sta partecipando. Non da ultimo ADAT eroga borse di studio alle famiglie svantaggiate economicamente in modo che beneficino di un tutor dell’apprendimento.
Ma perché parlare di sport e ADHD? Parlare di sport e di ADHD è importantissimo perché i pregiudizi a cui sono soggetti i bambini e i ragazzi con questo disturbo sono ancora molti e per alcuni di essi è ancora difficile essere accolti in una società sportiva. Troppo vivaci, impulsivi o disattenti, questi bambini rappresentano una sfida per chiunque li approcci, compresi i genitori che non hanno colpa per questi atteggiamenti, tantomeno ce l’hanno i bambini. L’ADHD, infatti, non è un comportamento che si apprende, è un disturbo del neurosviluppo che comporta una limitazione nella capacità di pianificare, di organizzare, di regolare le emozioni, di rimanere concentrati ed ha notevoli ripercussioni anche sulla memoria di lavoro e sul problem solving. Il disturbo si può
presentare con un’iperattività o un’impulsività oltre la norma oppure senza.
Non è una malattia e dall’ADHD non si guarisce. Tuttavia, se individuati per tempo e seguiti debitamente da uno specialista, con il tempo, questi bambini possono migliorare e il loro disturbo può evolvere positivamente. Tutti amano citare il plurimedagliato Michael Phelps, la talentuosa Simone Bill o, per cambiare ambito, l’intraprendente Steve Jobs e tutti ammirano e apprezzano i loro successi, eppure pochi sanno che da bambini erano troppo irruenti o troppo distratti. Questo non significa che tutti i bambini con l’ADHD debbano diventare famosi, ma di certo da adulti possono trovare la loro strada e sorprenderci. Ecco perché è importante includerli e favorire la pratica di uno sport.
Proprio dallo sport, questi bambini traggono grandi benefici poiché imparano delle strategie per regolarsi meglio e, grazie ad esso, possono incanalare la loro debordante energia. Lo stesso discorso lo si può fare per coloro che hanno un disturbo del coordinamento motorio (DCD), un disturbo che riguarda le difficoltà di coordinazione e che si può presentare in comorbilità con l’ADHD.
Di queste caratteristiche e delle difficoltà vissute da bambini, genitori e istruttori sportivi ne parleranno Luca Milesi, fisioterapista, Porzia Zara, psicologa sportiva e il dottor Gian Paolo Ramelli, neuropediatra, a partire dalle ore 16.15. Per garantire un premio a tutti i bambini che parteciperanno ai giochi, occorre preiscriverli annunciandoli a: sociadat@gmail.com.
Articolo di Dunja Torroni e Porzia Zara