Djokovic agli Australian Open? Deciderà una persona sola
Le possibilità di vedere Nole nel primo Slam dell’anno non sono minime.
CANBERRA - «Ho esercitato il potere conferitomi dal Migration Act per cancellare il visto del Signor Novak Djokovic. L’ho fatto per motivi di salute e ordine pubblico, in quanto era nell’interesse della popolazione farlo». È cominciata così la comunicazione con la quale, lo scorso 14 gennaio, Alex Hawke, Ministro australiano per l’immigrazione, ha cambiato la storia del tennis contemporaneo.
E i guai, per il serbo ex numero uno al mondo, non sono terminati lì.
«La cancellazione è stata confermata - ha ribadito a stretto giro di posta la Corte federale “aussie” - di conseguenza al Signor Novak Djokovic sarà vietato l’ingresso nel Paese per tre anni».
Significa fino a gennaio 2025. Significa… assenza alle prossime due edizioni degli Australian Open. Il tutto per la scelta di non vaccinarsi quando il mondo intero lo chiedeva.
Fine della storia, per un campione che al termine della “squalifica” avrà 37 anni?
In realtà qualche possibilità di tornare a calpestare il suolo dell’isola continente (e di giocarvi il suo amato Slam) in un futuro meno lontano, Nole ancora ce l’ha. Stando al sito ufficiale del Dipartimento degli Affari Interni con sede a Belconnen, Canberra, una persona alla quale è stato cancellato il visto ne può ottenere uno temporaneo spiegando, per iscritto, “Perché il divieto (di entrata, ndr) dovrebbe essere messo da parte. Deve dimostrare che ci sono circostanze compassionevoli o impellenti che giustifichino la sospensione”. Fosse così, sarebbe tuttavia forse troppo semplice: gli ostacoli da superare sono infatti diversi.
Da noi interpellato e premettendo che non avrebbe commentato il singolo caso, attraverso il suo portavoce il Dipartimento degli Affari interni ha infatti spiegato che in realtà «La legislazione sulla migrazione prevede che una persona il cui visto è stato cancellato ed è stata allontanata dall'Australia potrebbe anche essere soggetta a un periodo di esclusione. In questo, la concessione di un ulteriore visto temporaneo è impedita. Ogni caso viene comunque valutato singolarmente, quindi una deroga è sempre possibile a seconda delle giustificazioni addotte dall’individuo in questione».
Sì, no, forse. Teoricamente Djokovic avrebbe le mani legate, in realtà potrebbe anche sperare di trovare una scappatoia, un cavillo, qualcosa grazie al quale ottenere il pass.
La questione è tuttavia probabilmente molto meno intricata di quanto i regolamenti del Dipartimento degli Affari Interni possano far credere. Quando un visto viene cancellato dal Ministro, come appunto accaduto a Djokovic, chi è stato colpito dal provvedimento è infatti tenuto a presentare le proprie osservazioni e la richiesta di revoca al Ministro stesso. Questo ha il potere di azzerare la decisione originaria se ritiene che le condizioni che hanno portato alla cancellazione non sussistano più. Passato Hawke, nelle prossime settimane toccherà dunque ad Andrew James Giles, in carica da giugno, decidere il destino di Nole.