Fabio Guglielmini: «Aiuto le persone a migliorare la loro condizione psicofisica e a restare motivati».
Il 29enne sopracenerino - figura sportiva polivalente rara a livello nazionale e anche fuori dai confini elvetici - è interessato a espandere un'alternativa ai classici conosciuti alle nostre latitudini, puntando sulle esperienze fisiche e mentali: «Il problema dei ragazzi di oggi è il mindset».
LOCARNO - Fabio Guglielmini è il classico personaggio difficile da trovare in giro: si allena costantemente, ha un fisico bestiale, una forza incredibile e l'attitudine del campione. Il sopracenerino – strappato da una favela brasiliana quando aveva 18 mesi e adottato da una famiglia ticinese – è infatti il classico ragazzo con molteplici qualità, sia fisiche sia mentali.
Ha soltanto 29 anni, ma possiede le conoscenze di un veterano. Ha inoltre partecipato a quattro edizioni dei campionati del mondo di sci alpino per la nazionale verdeoro ed è attualmente impiegato in una azienda che opera nel settore dell’aviazione, più precisamente nel mondo degli elicotteri. Il suo sogno fin da bambino non è però mai stato quello di fare il pilota, bensì l'assistente di volo e in questo campo ha appena concluso la formazione. Possiede diverse nozioni legate al mondo sportivo, così come delle qualità artistiche in campo musicale, dove suona il pianoforte senza l’ausilio delle note utilizzando “l’orecchio”. Ha inoltre la grande volontà di mettere a disposizione della comunità la sua esperienza sportiva poliedrica. Ma ci sarà qualcosa che non sa fare? «L'elenco delle cose che devo ancora imparare è lungo», sono state le prime parole di Guglielmini. «Nonostante queste qualità ho finora vissuto una vita molto dinamica e, su alcuni fronti, fuori dai classici elvetici. Anche se dopo tutti questi anni passati ad allenarmi duramente con sessioni di esercizi– che iniziano la mattina presto – e molteplici attività lavorative per guadagnarmi da vivere, la forza di volontà non è diminuita, anzi. Oggi sono molto felice della mia situazione professionale, sta prendendo una piega diversa e per certi aspetti inaspettata. Lavorativamente parlando sto infatti vivendo un momento molto interessante e di conseguenza non mi posso lamentare. A livello sportivo invece mi piacerebbe riuscire a ottenere le stesse emozioni ed è per questo che mi sto allenando duramente da così tanto tempo. Sono sempre attivo laddove posso aiutare le persone a migliorare la loro condizione psicofisica, che sia presso una società sportiva, una scuola oppure in seno alle forze di polizia o militari, viste le richieste private del personale impiegato».
Ma qual è il problema? «Sono una figura sportiva particolare e polivalente. Mi sono reso conto che in Svizzera non esiste ancora un movimento culturale legato a quello che pratico e a livello sportivo non riesco a togliermi le soddisfazioni che credo di potermi meritare. Ho ancora tanto da imparare ma anche già tanto da condividere. Parallelamente alla mia professione attuale mi occupo infatti di programmi di allenamento individuali e privati, ma mi piacerebbe ampliare il mio raggio d'azione. Personalmente mi sento realizzato e sono motivato a trasmettere le mie conoscenze in un contesto ideale, anche se finora ho sempre incontrato delle grandi difficoltà a livello politico ed economico, ma non mollo. Il problema alle nostre latitudini è il mindset – cioè l’atteggiamento mentale con cui un individuo interpreta la realtà e le circostanze, oltre che se stesso – e a tanti giovani manca la forza motrice della passione. Sono poco responsabilizzati e non sono circondati dalle guide giuste per affrontare certe situazioni in maniera equilibrata. Alcuni non vedono un futuro, ma ce l'hanno davanti a loro».
Cosa proporresti? «Per essere una persona di successo sono fondamentali dei valori umani, così come una certa intelligenza emotiva da abbinare a degli allenamenti specifici e mirati. Per questo motivo continuo a fornire il mio aiuto a coloro che ne hanno bisogno, soprattutto se si tratta di giovani, perché a loro per emergere basta solo la presenza di una persona che li rassicuri. È necessario aiutarli a trovare le loro qualità e indirizzarli verso le loro passioni, interagendo insieme e sostenendoli. Conosco ragazzi in possesso di un grande potenziale, ma che non riescono a sfruttare. Anche le istituzioni nel loro piccolo hanno un grande limite: i giovani bisogna farli provare e non metterli alla prova. Per quanto mi riguarda continuo a fare ciò che può dipendere solo da me stesso, ovvero allenarmi, lavorare, ricercare sempre il massimo da ogni situazione e tenermi pronto per prendere la palla al balzo nel momento giusto».
Parlaci un po' delle tue imprese... «Peso circa una settantina di chili e sono in grado di trasportarne 250, quasi quattro volte il mio peso corporeo. Pratico un po' tutte le discipline e lo scopo è quello di fare più fatica possibile. Quando corro per esempio indosso sia un giubbotto carico di pesi sia una maschera che toglie l'ossigeno e, oltre a questo, sono in grado di fare le flessioni utilizzando soltanto i pollici. Sono costantemente alla ricerca di emozioni e di sfide con me stesso, per questo provo anche di tanto in tanto a infrangere i record omologati dalla Commissione dei Guinness. Sono dell'idea che potrei battere circa una ventina di primati in questo ambito. Per quanto riguarda invece lo sci alpino sono membro della nazionale brasiliana e con uno sponsor serio potrei continuare in questa direzione, ma non è semplice. Ho in ogni caso molte tecniche di allenamento da trasmettere ed è gratificante poter essere per taluni un punto di riferimento in ambito sportivo. Resto a disposizione di chiunque abbia voglia di migliorare sotto questo aspetto e di coloro che sono motivati ad accrescere le loro potenzialità fisiche e personali espandere».