Tathiana Garbin, il tumore, le due operazioni: «Sto giocando la partita della vita»
«Vorrei riprendermi la mia vita. Mi sveglio ogni mattina più motivata che mai».
PISA - Un serissimo problema di salute, due operazioni subite, tanta voglia di resistere, di non mollare e di vivere un 2024 sereno. Nonostante le difficoltà incontrate negli ultimi mesi, Tathiana Garbin è sempre positiva. Combattiva come quando, sui campi da tennis, stritolava le avversarie.
L’ex professionista, ora capitana della squadra italiana recentemente finalista nella Billie Jean King Cup, sta vivendo giorni complicati, dividendosi tra l’amore delle persone a lei care e i viaggi in ospedale per esami e terapie.
«Ho trascorso il Natale con mia moglie Ylenia, la persona che è rimasta con me anche nei momenti più difficili - ha raccontato la 46enne al Corriere della Sera - Nella visita del 15 gennaio l’oncologo mi dirà se le cure chemioterapiche sono state sufficienti per debellare lo pseudomixoma peritonei, tumore originato dall’appendice e che colpisce una persona su un milione. Sembrerebbe di sì. Quando me l’hanno diagnosticato ero pronta: mentalmente e fisicamente. Sono tornata in campo per il match della vita, voglio essere d’esempio per le mie giocatrici. L’esempio è fondamentale».
L’ex campionessa è poi tornata a parlare del lungo calvario che ha vissuto nei mesi. «Ho avuto mal di pancia mentre ero agli US Open ma non mi sono preoccupata più di tanto: una volta in Italia gli accertamenti hanno portato alla diagnosi. E alla prima operazione. Poi ci sono state delle complicazioni. Occlusione intestinale. È come se, finito un match durissimo e data la mano all’avversaria, l’arbitro fosse venuto a chiamarmi sotto la doccia: "Tati, sei ancora 5-5 al terzo set, devi tornare in campo. Che fai? Accetti oppure rischi di perdere la partita". È stato un percorso pieno di dolore ma può succedere. Mi hanno asportato il peritoneo e ho risolto tutto senza necessità di una terza operazione, mi considero fortunata. Alla fine riesco sempre a uscirne in piedi. Mi hanno tolto anche la milza e quindi non ho gli anticorpi che il mio fisico dovrebbe produrre. Adesso però vorrei riprendermi la mia vita, quello che ho sempre amato, ciò che ho sempre voluto fare. Ho la fortuna che il mio lavoro sia sempre la mia passione. Mi sveglio ogni mattina più motivata che mai».