Cerca e trova immobili
In Ticino c'è un... campioncino in rampa di lancio: «Sono molto competitivo» Bruno Bernasconi conta già 30 incontri all'attivo (19 successi): «Mi piacerebbe provare a vincere qualche titolo in Europa...».
Il 22enne ha recentemente conquistato il prestigioso "Trofeo Cintura Ticinese".
LUGANO - Bruno Bernasconi è un giovane pugile ticinese che ha vinto l'edizione del 2024 del “Trofeo Cintura Ticinese” nella categoria 63,5 kg. Si tratta di un torneo impegnativo, che rende onore al movimento della boxe anche alle nostre latitudini e dove il vincitore può fregiarsi di una certa gloria. «È un evento che viene svolto annualmente a Locarno e che vede partecipare un numero elevato di buoni pugili», ha raccontato il 22enne. «Mi piace definirlo un mini campionato nazionale, visto che i partecipanti provengono da ogni Cantone. I match vinti permettono inoltre ai vari atleti di guadagnare dei punti nel ranking svizzero e di poter prendere parte in seguito ad altri tornei».
Il ticinese conta già 30 incontri ufficiali – 19 vittorie, 10 sconfitte e un pareggio – ed è attualmente impegnato a Parigi, al “Les Ceintures”, il miglior galà di tutta Europa. «È un torneo importante e che mi permetterà di crescere ulteriormente, poiché partecipo insieme ai miei compagni del team della Nazionale. Saremo confrontati con alcuni dei più forti pugili a livello internazionale e sono contento, ma cerco di rimanere concentrato perché voglio cogliere un risultato di rilievo. La tappa seguente sarà poi ad Assisi, dove farò dai 3 ai 4 match con alcuni dei migliori pugili al mondo, impegnandomi al massimo per vincere e per raggiungere un livello superiore».
Bernasconi ha già avuto il merito di partecipare alla Coppa Mondiale del 2023 in Marocco. «Ero il pugile che fino a quel momento aveva disputato meno incontri di tutti. Ho combattuto contro avversari molto forti e ho avuto la possibilità di migliorare alcuni aspetti tecnici. È stato un vero onore. Obiettivi? Mi piacerebbe provare a conquistare qualche titolo in Europa, ma anche alla CdM e ai Mondiali. Sono una persona molto competitiva e non ho problemi a misurarmi con nessuno».
Per mantenere alta la guardia, un atleta di un certo calibro necessita di un allenamento duro e che comporta dei sacrifici. «Trascorro tutti i giorni svariate ore in palestra, ma la mia testa è focalizzata 24 ore su 24 sulla boxe e su tutto ciò che ruota intorno. Un allenamento classico si incentra sulla corsa, sulla visualizzazione e sulla tecnica. Lavoriamo molto a coppie – con tanto sparring – e gli sforzi sono parecchio intensi, sia fisicamente che mentalmente. Sono dell'idea che per diventare un buon pugile sia inoltre fondamentale fare i compiti a casa. Molti atleti si allenano bene, ma poi non studiano i combattimenti e non riflettono sui principi delle varie tecniche. Da questo punto di vista sono molto severo con me stesso e adoro abbinare istantaneamente la teoria alla pratica. Credo che alla lunga possa fare la differenza».
Ed è anche meditativo come sport. «Dietro a questa disciplina esiste un lavoro elaborato e completo. È necessario avere la testa sulle spalle, così come dei valori morali adeguati. Mi alleno spesso con dei ragazzi di 14-15 anni e mi sono reso conto che è fondamentale avere dei sani principi, anche perché mi vedono come un punto di riferimento ed è importante dare il giusto esempio. Il mio idolo? Non ne ho uno in particolare, ma ci sono alcuni professionisti come Terence Crawford e Roberto Duran che mi hanno ispirato certe tecniche di combattimento. Ognuno ha le sue particolarità e mi piace provare ad adattarle alle mie caratteristiche».
