Lo spagnolo si gode il bis ed elogia Djokovic: «È un lottatore pazzesco»
Mix di delusione e orgoglio per il 37enne di Belgrado, al rientro dopo l'operazione: «Ora è dura, ma...».
WIMBLEDON - È stata un'impressionante prova di forza quella di Carlos Alcaraz, giovane Re che resta sul trono di Wimbledon. Sull'erba londinese ha dominato la finale oltre ogni aspettativa, mandando letteralmente al tappeto un guerriero come Novak Djokovic.
Poco da fare per il 37enne di Belgrado, che ha sofferto la qualità e la pesantezza dei colpi del rivale. E così dopo 2h25’ il prodigio di Murcia ha potuto mettere le mani sul trofeo, consegnatogli direttamente dalla Principessa Kate Middleton, alla seconda gradita uscita pubblica ufficiale da quando lo scorso marzo le è stato diagnosticato un tumore.
«Per me è un sogno vincere ancora questo trofeo, quando avevo 11 anni avevo detto che sognavo di vincere qui ed è una bellissima sensazione - ha commentato Alcaraz - È il torneo più bello, sul campo più bello. La "doppietta" col Roland Garros? È un onore far parte del gruppo di chi ha vinto di fila questi Slam, proprio come Nole (ma anche Nadal, Federer, Rod Laver e Borg, ndr). Non mi considero ancora un campione come loro, ma cercherò di costruire il mio percorso».
Poi un elogio al rivale di giornata. «Djokovic è un lottatore pazzesco, è rimasto lì e sapevo che prima o poi avrebbe avuto le sue chance - ha detto lo spagnolo a proposito dei match point “sciupati”- Lì ho cercato di restare calmo e di giocare il mio miglior tennis nel tie-break. Alla fine sono riuscito a trovare le soluzioni, giocando alla grande».
Resta invece un mix di delusione e orgoglio per Novak Djokovic, che - proprio come 12 mesi or sono - ha dovuto ancora rinviare l’appuntamento con l’ottavo Wimbledon (resta a -1 da Federer). «Ora sono deluso per aver perso la finale, ma quando ripenserò alle ultime 4-5 settimane, a quello che ho passato, non potrò che essere orgoglioso», ha commentato il serbo, Atp 2.