Non è il numero uno, è migliore del numero uno
Lo spagnolo gioca uno sport tutto suo.
LONDRA - Campione del presente con il rischio, altissimo, di essere il cannibale del futuro.
Demolendo Nole Djokovic in una delle finali di Slam meno combattute, Carlos Alcaraz ha dimostrato di aver raggiunto un livello altissimo. E, considerando che ha solo 21 anni, questa è decisamente una brutta notizia per i rivali. I giovani in rampa di lancio come anche i vecchi in cerca degli ultimi scampoli di gloria.
Il murciano si è abbattuto su un tennis non ancora completamente orfano dei suoi fab-three, cambiandogli faccia, costringendolo a voltar pagina. King Roger è ormai il passato e si diletta tra spot, vacanze e concerti. Rafa da Manacor sta invece completando il suo “Farewell tour”, che avrà probabilmente il suo picco nella prossima Laver Cup. Poi si dedicherà alla Fondazione e alla famiglia. Djokovic però è sempre lì e, seppur ammaccato, è ancora il migliore tra i tennisti “normali”. Non è forse più un marziano; a 37 anni e poche settimane dopo un’operazione al ginocchio ha in ogni caso saputo arrivare in finale a Wimbledon. È insomma semplicemente straordinario. Eppure contro Alcaraz ha recitato la parte dello scolaretto davanti al professore.
E se il più forte tra i “pro” in circolazione non è riuscito a strappare nemmeno un set al giovane fenomeno, dicendosi in più sbalordito dal suo livello, ecco che la possibilità di essere davanti a una svolta epocale diventa concreta. Con quel fisico, con quella classe e con quella determinazione (concentrato rarissimo), l’iberico ha infatti la possibilità di monopolizzare il circuito per gli anni a venire. Finché qualche acciacco o un nuovo “eletto” non si metteranno di traverso.
Come dite, Alcaraz non è unico: il numero uno al mondo è altrettanto forte e giovane? Sinner merita un discorso a parte. Ha talento? Tantissimo. Sa vincere? Lo ha dimostrato. È “futuribile”? Ha tutto per lasciare a lungo il segno. Però…
Alcaraz-Sinner vale Nadal-Federer, hanno più volte ripetuto gli esperti nei mesi. Alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane, si può in ogni caso dire che il paragone non regge. Carlos vale Nadal, addirittura sembra migliore del connazionale perché, seppur giovanissimo, è già capace di dominare e vincere su tutte le superfici. L’italiano è invece ancora a distanza siderale dal Maestro. E non è detto che mai lo raggiungerà.
Ecco, pur incredibile, Sinner sembra un passo indietro. Sembra essere destinato a muoversi sempre da “numero due”, quello in grado di farsi valere contro ogni avversario che non sia Alcaraz. Il recente passato ha detto questo. L’azzurro ha tutto il tempo per far sì che il futuro non lo confermi.